A “Tutti Convocati” è intervenuto Sasha Djordjevic, allenatore della Virtus Segafredo Bologna.
IL MOMENTO. “La nostra vita è fatta di saluti, abbracci, stringerci la mano, non solo nello sport. Speriamo di tornare presto e se lo sport potrà ricominciare a dare questo messaggio noi ci siamo. È stato un brutto colpo per l’umanità ma ripartiremo.”
STAGIONE E TIFOSI. “Al di là di questa situazione, devo ringraziare comunque i miei ragazzi perché quest’anno hanno sempre dato tutto e dimostrato tanto. Io a volte lo dico pubblicamente ma questo per un allenatore è il massimo. Loro sono tutti ovviamente arrabbiati, perché stavamo esprimendo il nostro gioco nel migliore dei modi: abbiamo ricreato una grande coesione con il pubblico, che ci seguiva e ci dava una mano. Le cinque partite in Fiera, insomma un cammino che mi ero disegnato in testa: una crescita passo per passo in cui capire anche cosa manca per raggiungere certi obiettivi. Quando tiro a canestro in allenamento tiro per segnare 10/10, se non riesco non vado a casa. Peccato sia successo tutto questo ma bisogna capire come aiutare l’ambiente a ripartire alla grande, continuando con quello che di buono è stato fatto quest’anno in tutta Italia. I tifosi sono aumentati sugli spalti, la Nazionale ha fatto delle buone prestazioni e io dico sempre che la Nazionale deve essere la connection con le società, una Nazionale che ha trovato anche giovani interessanti, tra cui anche qualche nostro giocatore di cui sono molto contento”.
GIOCATORI. “Ogni giorno comunque sono in contatto con tutti parliamo in gruppo tenendoci il morale alto. Un professionista quando scende sul suo campo di battaglia deve avere la testa libera altrimenti rischia in tutti i sensi, anche di infortunarsi. Questo è un pericolo che noi vogliamo evitare. Per un lungo periodo questo mancherà”.