Con la NBA che si è autosospesa per prima negli Stati Uniti dalle competizioni e chiuso in casa a houston per disposizioni governative, Mike D’Antoni, indimenticato playmaker dell’Olimpia Milano, viene raggiunto telefonicamente da La Gazzetta dello Sport: “Gran parte del mio cuore è con voi in Italia.”
Coronavirus. E’ un momento molto difficile per tutti. Ma possiamo superare queste difficoltà se siamo una squadra, tutto il mondo. Possiamo piano piano uscire da questo incubo.
Houston, America. Stiamo cercando di fare il massimo per evitare problemi. Siamo tutti a casa, io personalmente da diverse settimane. C’è più gente che segue le regole ora, ma è stato molto difficile convincere la gente a prendere questo problema seriamente. Gli Stati Uniti hanno perso settimane, forse un mese, mentre le persone pensavano che la minaccia non fosse seria, che si potesse continuare a fare quello che si voleva, solo senza esagerare. Adesso tutti hanno paura e stanno seguendo le regole.
Giocatori. Li sento solo al telefono, per sapere se stanno bene. Chiedo sempre se sono in forma, e tutti mi rispondono sempre sì. Ma non vuol dire niente (ride, ndr). Li sento come amici però, in questo momento non è possibile altro. Abbiamo dato loro un programma di allenamento, ma ognuno di loro lo segue come può.
Al momento dello stop. In volo da Houston a Los Angeles, avremmo dovuto giocare contro i Lakers il 12 marzo, il giorno dopo lo stop. Eravamo a metà strada quando ho visto la notizia: siamo dovuti arrivare fino a destinazione ma appena atterrati siamo decollati per rientrare subito a Houston. Avremo passato 7 o 8 ore in aeroplano per poter tornare a casa, ma meglio così.
Lo scambio Capela-Covington. Abbiamo cambiato strada a metà campionato, cosa che non è mai facile, ma credo che ci siamo dati le possibilità migliori di vincere il titolo. Non è garantito che accada, ma era la miglior cosa da fare per la squadra. Abbiamo giocato benissimo dopo la trade, nelle ultime due/tre partite prima della sospensione avevamo rallentato. Spero sia stato solo un momento, perché secondo me siamo forti. Vedremo se lo saremo abbastanza…
Sarà dura ricominciare. Il basket ora è l’ultimo dei nostri pensieri. Di certo tutti i giocatori e tutte le squadre saranno nelle stesse condizioni quando si ricomincerà. Se sarà dura, lo sarà per tutti.