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Amarcord: 1982/83: L’analisi della finale scudetto. Santal magica riconferma. Kappa tremenda delusione

MODENA – Sul settimanale Pallavolo del 24 maggio 1983 Roberto Condio analizzava la finale scudetto al meglio delle 3 gare tra Kappa Torino e Santal Parma. 

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Vi presentiamo un’analisi statistica dettagliata delle tre partite del play off finale Parma-Torino. Punto per punto lo “score” delle due big del campionato negli appuntamenti decisivi della stagione. Anche questa volta i numeri parlano chiaro: troppi gli errori commessi dalla Kappa (calata progressivamente anche in attacco e a muro), evidente Il crescendo individuale e collettivo della Santal. Tra i singoli, note di merito particolari per Tim Hovland e Marco Negri.
L’analisi delle tre partitissime curata da Roberto Condio.

Gli scores delle partite del play-off finale sottolineano il crescendo della Santal e il corrispondente calo dei torinesi

L'eccezionale pubblico che ha assistito alla «bella» torinese: ottomila paganti, 46 milioni d’incasso (record assoluto) con una incredibile partecipazione anche dei tifosi parmensi arrivati nel capoluogo torinese con oltre venti pullman e con centinaia d'auto private. L’eccezionale pubblico che ha assistito alla «bella» torinese: ottomila paganti, 46 milioni d’incasso (record assoluto) con una incredibile partecipazione anche dei tifosi parmensi arrivati nel capoluogo torinese con oltre venti pullman e con centinaia d’auto private.

A distanza di dieci giorni dalla “bella” di Torino tra Kappa e Santal riviviamo a mente fredda, attraverso le cifre dei tre incontri decisivi, il play off finale di questo campionato 82/83 dominato ancora una volta da torinesi e parmensi e vinto per il secondo anno consecutivo sul filo di lana dalla squadra di Piazza.

Per interpretare e cercare di comprendere meglio exploit-bis della Santal (perfettamente identico, o quasi, nella sequenza dei risultati a quello dell’anno scorso) e, conseguentemente, il crollo della Kappa quando ormai la meta sembrava raggiunta, “Pallavolo” vi offre uno strumento senz’altro utile e significativo.

Nei tre incontri di finale abbiamo infatti annotato e classificato, raggruppandole poi per squadra e per singolo giocatore, tutte le “cause” dei punti messi a segno (sia i cambio-palla che i punti veri e propri). Battute, schiacciate, pallonetti, muri, ricezioni, invasioni, errori vari (malintesi difensivi, schemi non riusciti, ‘doppie’ in palleggio, ecc.).

Tutto è stato preso in considerazione sempre e solo se provocava la fine di un’azione e, di conseguenza, sanciva un cambio-palla o un punto.
Ne è uscito fuori uno ‘scout’ globale incompleto fin che si vuole (non compaiono infatti, logicamente, le percentuali in ricezione, la distribuzione del gioco in attacco, i diversi tipi di palle e di schemi giocati in fase offensiva, ecc.) ma che ha il grosso pregio, secondo noi, di essere innanzi tutto basato su valutazioni oggettive, quindi estremamente preciso ed incontestabile e poi di fornire pur sempre un quadro interessante del diverso rendimento offerto dalle due formazioni nei vari incontri indicando, collettivamente ed individualmente, quali sono risultati essere i punti di forza e, viceversa, quelli deboli delle due ‘big’ nell’appuntamento clou della stagione.

Da sx: Claudio Piazza, trainer vittorioso; Kim Ho Chul abbraccia Piazza; Gianni Lanfranco comntrasto sottoreteDa sx: Claudio Piazza, trainer vittorioso; Kim Ho Chul abbraccia Piazza; Gianni Lanfranco contrasto sottorete

In linea generale possiamo anticipare che uno dei limiti maggiori della Kappa è stato l’altissimo numero di errori commessi (107, dei quali 53 a punto contro i 70 degli avversari, dei quali 37 a punto). Anche in attacco, dopo una prima partita positiva in tutti i settori, la Kappa è andata via via perdendo d’efficacia in parallelo ad una flessione in ricezione ed all’evidente calo del suo uomo di maggior ‘peso’, Bertoli. Un dato per tutti: dai 100 attacchi vincenti messi a segno nel match di andata i torinesi sono passati nel giro di sette giorni ai 57 della ‘bella’. Un crollo che, sicuramente, non si può spiegare solo, a parita di set giocati, con la minor durata dello spareggio.

Nello stesso tempo la Santal ha compiuto il cammino inverso diventando ancor più pungente in fase offensiva (con un Negri eccezionale ed un Lanfranco tornato al ‘top’ al momento giusto a compensare le prove leggermente sottotono di Errichiello) e crescendo anche a muro (6 punti fatti all’andata, 9 nel ritorno e 14 nella ‘bella’).

Le nostre tabelle ci aiuteranno ora a scoprire altri particolari e nuovi motivi di discussione, analizzando singolarmente i tre incontri.

GARA 1 – Andata: Kappa grande attacco

KAPPA TORINO – SANTAL PARMA 3-0 (16-14, 15-11, 15-12)

Cosi come già avvenne l’anno scorso la Kappa inizia alla grande il play off di finale rendendosi protagonista di una prestazione di assoluto valore (33 contro i 20 della Santal con 12 attacchi e 8 battute sbagliate e addirittura 7 invasioni a rete), la squadra di Prandi va a segno 47 volte dalla zona 4 con un Hovland strepitoso (23 tentativi riusciti dei quali 9 a punto) ed un Bertoli su buonissimi livelli (4 punti su 16 tentativi positivi di ‘mano’), straripante come al solito anche dalla 2ª linea (8 conclusioni azzeccate con 2 punti).

Sorprendendo un po’ tutti la Kappa gioca molte palle con alta percentuale di realizzazione pure dal centro (31 messe a segno con 4 punti attivi) mentre elevatissimo, come d’abitudine, è il suo rendimento a muro con 13 punti su 21 attacchi avversari respinti.

La Santal, però, a differenza dell’andata dell’anno scorso, non sta a guardare e ribatte colpo su colpo. Alla fine solo 9 punti separeranno le due squadre (46 a 37) dopo 102 minuti di gioco. A fare la differenza sono proprio gli attacchi dalla zona 4 (27 contro i 47 della Kappa), quelli della zona 3 (18 contro 31) ed i muri (13 contro 21). Kim, che dalla zona 4 trova collaborazione solo in Negri (12 conclusioni positive), sposta parecchie volte il gioco in zona 2 e proprio questo settore offrirà ai parmensi lo score più eclatante di una giornata non certo felice (38 attacchi vincenti con 4 punti conquistati).

GARA 2 – Ritorno: Negri trascina Parma

SANTAL PARMA – KAPPA TORINO 3-2 (15-10, 10-15, 15-9, 13-15, 15-8)

Un’altra partita combattutissima con 121 minuti di gioco alterno ed una differenza finale (11 punti e, globalmente, 14 cambio-palla) minima. Rispetto al match di andata la Kappa va un rendimento nettamente inferiore in attacco (soprattutto dalla zona 4 e dal centro) provocato essenzialmente dai numerosi errori di Bertoli (9 schiacciate sbagliate e 4 murate) e dallo scarso utilizzo delle combinazioni centrali dovuto in eran parte alla maggior efficacia delle battute parmensi e, di conseguenza, alla ricezione meno precisa dei rossi di Prandi.

A far grande la Santal, invece, è ancora una volta Marco Negri, protagonista con 30 conclusioni vincenti (16 a punto), 20 delle quali dalla zona 4 con un’efficacia tale da far dimenticare persino le 7 ‘murate’ subite (due sole dalla mano) ed i 15 errori commessi in schiacciata.

l team di Piazza ‘passa’, comunque, ben 50 volte dalla zona 4, aumenta di parecchio anche la sua percentuale di successo dal centro (27 tentativi riusciti) e sfrutta con più convinzione l’arma ‘2ª linea’ (10 volte a segno, 6 a punto).

Singolarmente, oltre a Kim magnifico suggeritore, si fanno notare Lanfranco (3 muri a punto e 21 conclusioni positive) ed un Errichiello in ripresa (4 muri con 21 attacchi vincenti a fronte dei 6 muri subiti degli errori offensivi).

La Kappa, infine, continua a sbagliare molto più della Santal: 43 gli errori dei torinesi (20 attacchi e 13 invasioni!) contro i 34 dei parmensi (17 attacchi e 9 battute).

Gara 3 – Bella: Torino troppi errori

KAPPA TORINO – SANTAL PARMA 0-3 (10-15, 11-15, 9-15)

E’ sicuramente l’incontro meno equilibrato dei tre con la Kappa in lotta solo fino a meta dei primi due set.

Per la prima volta Kim e compagni superano i torinesi a muro (16 a 13 con 14 punti attivi contro 8 passivi) con Vecchi e Lanfranco protagonisti di 4 tentativi vincenti ciascuno e tutti i sei titolari autori almeno di un muro andato a segno. Nella Kappa De Luigi, eccezionale nel primo set, sigla da solo quasi la metà (6) dei muri della sua squadra.

Un terzo dei punti serviti per il successo Santal sono stati gentilmente offerti dai torinesi in attacco (10 punti: tra schiacciate sbagliate ed invasioni), in ricezione (2) e con errori vari (schema non riuscito e malintesi difensivi): 15 punti totali (31 cambio-palla) che hanno finito col pesare decisamente nell’economia generale dell’incontro.

Fatte salve le ‘voci’ muro ed errori commessi, in fase offensiva le due squadre si sono praticamente equivalse: la Santal ha continuato a basarsi sull’incredibile vena di Negri (14 conclusioni vincenti dal posto 4, 19 in totale e solo 3 schiacciate sbagliate e una murata), su di un valido Errichiello (13 attacchi positivi, 3 muri fatti e 4 subiti, 2 errori) e sulla continuità di Ninfa e Lanfranco, preziosi da tutte le posizioni.

La Kappa, invece, ha pagato oltre misura la prova negativa di Bertoli (10 soli tentativi riusciti con 5 errori in attacco e 2 muri subiti), una ricezione imprecisa e la serata poco felice di Rebaudengo in regia.

Paolo Vecchi portato in trionfo dai tifosi di Parma

Il rendimento giocatore per giocatore: Hovland il migliore

Ed ecco ora, dopo aver visto assieme le tabelle relative ai dati totali delle due squadre,
quelle riguardanti i singoli giocatori, i protagonisti dei tre episodi finali di questo campionato. Otto atleti per parte appaiono nelle nostre classifiche, tutti quelli, cioè, che si sono resi protagonisti almeno di un’azione positiva o di una negativa.
Nella speciale graduatoria che tiene conto dei punti messi a segno e sottrae a questo valore quello delle azioni negative e dei muri subiti, il giocatore che si è complessivamente meglio comportato risulta essere Tim Hovland con 53 punti (86-26-7), seguito da Marco Negri con 47 (74-16-11) e, nonostante tutto, da Franco Bertoli con 43 (73-21-9). In quarta e quinta posizione, rispettivamente. Lanfranco e Errichiello con 33 (56-16-7) e 32 punti (69-21-16).

Nelle classifiche di ‘specialità’ i migliori a muro sono stati i torinesi Dametto (14) e De Luigi (12); il più efficace in zona 4 è stato Negri (49) con Hovland (45) e Bertoli (41) a ruota, recordman del centro è sorprendentemente ancora De Luigi (23) che ha superato di 3 lunghezze Lanfranco mentre dalla zona 2 è stato Hovland ad essere ‘passato’ più volte di tutti (20). Re assoluto della 2ª linea ancora una volta Bertoli (14) mentre il giovanissimo Vullo è stato l’unico ad aver messo a segno due punti direttamente dalla battuta.

 

Passando alle azioni negative c’è da rilevare che sono i giocatori torinesi ad essere in possesso di tutti i record meno gratificanti: Bertoli è il giocatore che ha sbagliato più attacchi di tutti (16, 9 solo nella seconda partita); Hovland quello che ha ‘invaso’ di più (7 volte); De Luigi si è fatto cogliere in fallo di ricezione in ben 4 occasioni ed ha sbagliato 7 battute mentre Piero Rebaudengo ha commesso 5 ‘errori vari’ (schemi non riusciti, palleggi fuori misura, ‘2ª linea’, ecc.). L’unico primato negativo detenuto da un giocatore parmense è quello dei muri subiti con Errichiello, fermato 16 volte dai torinesi e seguito a quota 11 da Vullo (6 muri patiti nella ‘bella’) e da Negri.

NB: Nelle due tabelle tutti i valori comprendono sia il numero di punti che quello di cambio-palla messi a segno da ciascun giocatore e si riferiscono nell’ordine, per ogni variabile, al primo, al secondo, al terzo incontro ed al totale finale.


Fonte: https://www.volleyball.it/feed/


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