In questo momento di pausa per colpa della Pandemia, è interessante ascoltare il parere degli addetti ai lavori per conoscere qualcosa in più dei giocatori, delle loro abitudini, dei metodi di lavoro. Gilles Cervara, coach del russo Daniil Medvedev, ha risposto attraverso twitter a molte curiosità dei fans, raccontando il suo lavoro con il top 10 russo, e diverse curiosità. Ecco un riassunto delle sue risposte.
“Come ho incontrato Daniil? Era il 2014. Venne per una sessione di allenamento prima di un torneo junior in Francia su terra battuta. Tutto è partito da lì”.
“Come si svolge una nostra sessione di allenamento? In realtà non esiste un allenamento “tipico”, ogni sessione è differente. Prima di scendere in campo fissiamo un obiettivo, un particolare su cui concentrare il lavoro. Può durare da 1h e 30 fino a 4 ore, dipende dal focus dell’allenamento e anche dal periodo dell’anno”.
“Il colpo di Medvedev che preferisco? Se devo scegliere uno, dico il servizio; ma in realtà l’aspetto che più mi affascina nel suo tennis è la combinazione dei suoi colpi, come riesce a mescolarli”.
“Qual è l’aspetto che preferisco nell’allenare Daniil? Mi piace la sorpresa, il fatto che molto del nostro lavoro è imprevedibile. Quando sono in campo con lui o durante una partita, devo adattarmi alla situazione, che è sempre diversa”.
“Se ho mai provato a cambiare il movimento del suo dritto? No, in verità mai. Anche se sembra strano a vedersi, la cosa più importante non è la bellezza del gesto ma la sua efficienza, e la maggior parte delle volte è assai efficiente. Cambiare il movimento del suo dritto non è una priorità”.
“Qual è il miglior modo di calmarlo? Innanzitutto è va considerato che c’è differenza tra situazioni di partita e di allenamento, e non è vero che è sempre agitato. Posso influire di più durante una sessione di training che in partita, ovviamente. In allenamento, mi scaglio contro suoi atteggiamenti proponendogli un percorso diverso, lo faccio riflettere. Durante un match, è molto diverso, non è così semplice da spiegare…”
“Cosa credo che sia cambiato in Daniil? Quasi tutto. Il suo tennis si è evoluto sotto molti punti di vista, a partire della comprensione del gioco e del suo proprio tennis in particolare. E’ molto cresciuto dal punto di vista fisico, per non parlare della sua forza mentale, che non è ancora perfetta ma è migliorata moltissimo”
“Come preparo la partita? Non è difficile, Daniil vuole concentrarsi sul proprio allenamento, ci sono ancora moltissimi aspetti da affinare e potenziare, tante piccole cose. Abbiamo fiducia nel nostro lavoro e nei nostri programmi”
“Come analizziamo i prossimi avversari? Spesso vado a vedere dal vivo gli altri giocatori, o riguardo gli ultimi incontri da loro disputati, così da osservare il loro stato di forma. Inoltre guardo sempre dati e statistiche, utili a trarre altre informazioni. Così faccio una sintesi di tutto questo e ne parlo con Daniil”
“Qual è la mia formazione? Ho superato l’esame nazionale come coach da privatista, in soli due giorni. Non posso dire di aver avuto una formazione classica, non ho seguito il percorso federale in Francia. Ho studiato molto la preparazione mentale, e anche quella della parte atletica. Ma la formazione più importante che ho avuto per diventare un coach di tennis è quello che ho imparato da solo come giocatore, aggiungendo le mie esperienze in altri sport. Questa la mia vera formazione, la somma delle tante esperienze che ho vissuto”
“Come giocavo da giovane? Avevo il rovescio ad una mano”
Cervara, nato a Cannes nell’81, non ha avuto una carriera tennistica importante, navigando per poche stagioni sul tour Futures, per poi passare all’allenamento dei giovani. Un incontro fortunato quello con Medvedev, che gli ha consentito di entrare nel giro del grande tennis e dare un importante contributo alla crescita del talento russo, tanto da ottenere il premio dall’ATP come miglior coach del 2019.
Marco Mazzoni