Quarantacinque giorni senza il rumore di una palla da basket in un palazzetto di Serie A per colpa del coronavirus.
Il dieci aprile sarà finalmente il giorno finale dove verrà finalmente deciso epilogo di questa nefasta e senza precedenti annata.
Quaranta i milioni stimati in perdita totali per le squadre della massima serie, una somma gigantesca difficile da gestire a bilancio.
La Virtus Bologna così dopo aver dichiarato d’aver investito questa estate ben dieci milioni, ultimamente sta provando in tutti i modi per salvare la sua stagione sportiva fin qua dominata e sempre al primo posto.
Il tentativo con dichiarazioni e proibitivi allenamenti però anche in momenti di quarantena civile è stata vista non più come una lodevole ripresa della normalità, ma con il passare del tempo in un equivoco.
Uno sforzo comunque importante ed apprezzabile per aiutare il movimento visto la situazione ma questa insistenza sta pian piano dubitando il tentativo istituzionale per quello personale salvaguardando così l’attuale risultato stagionale.
Ancora nove giorni, ma eventualmente quale valore può aver in questi casi copiando alcune soluzioni europee un’eventuale archiviazione e premiazione per la squadra bianconera, in un’emergenza sanitaria senza precedenti?
Può aver senso provare a tutti i costi di giocare e richiamare il dubitante e traumatico (visto la situazione) pubblico eventualmente in estate, cercando di recuperare una stagione di per se già ricordata nella storia per questa tragedia umanitaria?
Ha senso così premiare anticipatamente lo sforzo e la fatica come ha chiesto Julian Gamble su Twitter con ancora dodici giornate di campionato e con i playoff da disputare?
Il tifoso sarà contento di festeggiare e rimembrare uno scudetto guadagnato non in palestra ma soprattutto nei tavoli della federazione durante una terribile epidemia? Presto sapremo l’esito ma questa manovra sta rovinando l’unica cosa buona della squadra di Djordjevic: il proprio meritato primato sportivo alla ventiduesima giornata.