MODENA – Viaggio nella storia della pallavolo italiana e internazionale. Dal quindicinale Pallavolo, speciale Mondiali 1982.
LIMA – La Cina ha vinto alla grande i noni Mondiali, svoltisi in Peru. Ventimila tifosi festanti non sono bastati nella finale alla squadra di casa per avere ragione di quel superbo “computer da punti” che è il sestetto di Dai Ting Bin. In pratica, le cinesi hanno vinto otto partite per 3-0 ed hanno avuto una sola giornata-no, quella con gli Stati Uniti durante le qualificazioni, quando hanno perduto per 3-0.
Per il resto la loro è stata una lunga marcia trionfale che ha confermato la validità del successo ottenuto in Coppa del Mondo, lo scorso anno a Tokyo.
Lang Ping faro della Cina anni ’80
Da questo Mondiale l’Europa esce con le ossa rotte. I risultati parlano chiaro: nella classifica delle prime dodici compaiono soltanto tre squadre europee: l’URSS terminata sesta, la Bulgaria finita nona, e l’Ungheria piazzatasi decima. E pensare che alle Olimpiadi di Mosca due anni fa ben quattro squadre del nostro continente (URSS, DDR, Ungheria e Bulgaria) terminarono al primi quattro posti (ma non dimentichiamo il boicottaggio). Perché accade tutto ciò? Ebbene perché la pallavolo europea, insistendo nell’ignorare gli insegnamenti dell’Asia, é in grave ritardo tecnico, è Insomma in fase involutiva.
I tecnici europei continuano a tralasciare il perfezionamento ed il potenziamento della difesa a terra che costituisce ormai un’arma vincente anche per le sudamericane, oltre che per le giocatrici dell’Estremo Oriente, che da sempre hanno fatto della difesa (della acrobaria e dell’agilità) il perno del loro gioco. Un superbo esempio di come la lezione dell’Asia sia stata imparata appieno in America, lo ha fornito il Perù, nella semifinale con gli Stati Uniti.
Le peruviane, disputando una partita strepitosa in difesa ed in “copertura” (“raccattando” tutto) hanno negato alle potentissime statunitensi, peraltro straripanti in attacco, il gusto e la gioia della finalissima.
Se l’Europa non si aggiorna il suo futuro pallavolistico, in campo femminile, sarà sicuramente nero. Anche tutta la pallavolo italiana deve fare tesoro di quanto emerso da questo Mondiale.
LE FORMAZIONI DELLE FINALISTE
Cina
Cao Huying, Chen Hxa Ciang, Chen Zhaodi, Jing Xing, Lang Ping, Liang Yan, Sheng Keizhi, Sun Jinfang, Yang Xi, Yang Xilan, Zhang Reng Fang, Zhou Xiaolan. All.: Yang Weimin.
Peru
Teresa Pimentel, Gaby Cardenas, Rosa Garcia, Raquel Chumpitaz, Ana Cecilia Carillo, Maria del Risco, Cecilia Tait, Silvia Leon Padilla, Denisse Fajardo, Aurora Heredia, Gina Torrealba, Natalia Malaga Dibos.
All. Man-Bok Park
Stati Uniti
Paula Weishoff, Susan Jean Woodstra, Rita Crockett, Tauna Vandewegde, Laurie Flachmeier, Carolyn Becker, Flo Himan, Rose Magers, Julie Volleesten, Debbie Green, Linda Chisholm, Denise Carlett. All. Arie Selinger
Giappone
Mizuhara Tieko, Yokoyama Juri, Ogawa Kazuko, Egami Yumi, Morita Kimie, Mitsuya Yuko, Hirose Miyoko, Wakoh Mikiko, Ishida Kyoko, Sugiyama Kayoko, Odaka Emiko, Suzuki Hitomi. All. Kohjii Kojiima.
LA CLASSIFICA FINALE
1. Cina, 2. Perù, 3. Stati Uniti, 4. Giappone, 5. Cuba, 6. URSS, 7. Corea, 8. Brasile, 9. Bulgaria, 10. Ungheria, 11. Canada, 12. Australia, 13. Messico, 14. Germania O., 15. Italia, 16. Olanda, 17. Portorico, 18. Argentina, 19. Paraguay, 20. Spagna, 21. Indonesia, 22. Cile, 23. Nigeria.
LA PRIMA VOLTA DELLA CINA
Per la prima volta la Cina iscrive il suo nome nell’albo d’oro del Mondiale. Succede a Cuba che si era aggiudicata l’edizione 1978, svoltasi in URSS. Le altre sette edizioni sono state vinte quattro dall’URSS (nel ’52 in URSS. nel ’56 in Francia, nel ’60 in Brasile, nel ’70 in Bulgaria) e tre dal Giappone (nel ’62 in URSS, nel ’67 in Giappone e nel ’74 in Messico).
Cosetta Stanzani
PILLOLE MONDIALI – PABLITA STANZANI
I giornali peruviani, che hanno riservato quotidianamente inserti speciali per il mondiale di pallavolo, hanno seguito con particolare interesse e simpatia la nazionale azzurra. Cosetta Stanzani e Rosetta Baiardo sono state tra e più fotografate. La Stanzani tra l’altro è stata battezzata come il “Paolo Rossi” della formazione di pallavolo. Questo nomignolo affibbiatole all’arrivo a Lima (dove ad attendere l’Italia… c’erano una dozzina tra giornalisti e fotografi) l’ha accompagnata per tutto il resto del mondiale.