GINEVRA – Il numero della FIM Jorge Viegas si è detto certo che la Corte Disciplinare Internazionale decida “molto presto” riguardo al caso legato ad Andrea Iannone. Iannone è stato sospeso dal 17 dicembre quando un campione di urina prelevato durante il GP della Malesia del 3 novembre è risultato positivo a uno steroide anabolizzante, il nandrolone. L’italiano ha debitamente richiesto l’analisi del suo “campione B” dallo stesso evento, che ha confermato il risultato del campione A.
Sentenza a breve
Il 4 febbraio si è svolta un’audizione al Tribunale disciplinare internazionale presso la sede della FIM ma la sentenza non è stata ancora emessa. Si ritiene che il team legale di Iannone abbia presentato l’analisi di un campione di capelli che potrebbe contraddire i risultati dei test delle urine.
“Il presidente della FIM non ha nulla a che fare con il processo“, ha tenuto a precisare Jorge Viegas a La Tribune de Genève e 24 Heures. “Gli avvocati delle parti in causa hanno presentato le documentazioni necessarie: ora attendiamo la decisione dei tre giudici, tutti molto esperti”.
Non si escludono ricorsi
Entrambi però potranno successivamente fare ricorso: “Ci sarà la possibilità di presentare un ricorso al CAS, Tribunale Arbitrale dello Sport sia da parte di Iannone che da parte dell’Aprilia, se la sanzione fosse considerata troppo severa. Al contrario la WADA, l’organismo mondiale per il controllo antidoping potrebbe ricorrere a sua volta qualora non ritenesse la sanzione valida“, ha confermato Viegas.
Proprio con la WADA Viegas vorrebbe stringere ancora di più i contatti: “Ho intenzione di incontrare il nuovo presidente della WADA, Witold Banka, per vedere se sarebbe possibile avere un elenco di sostanze illecite più specifico al nostro sport”.