MILANO – Si è tenuta nel pomeriggio odierno la riunione delle Società di Serie A1 della Lega Pallavolo Serie A Femminile.
I Club hanno innanzitutto esaminato i possibili scenari per la ripresa dell’attività sportiva, in ragione della conferma o meno del blocco dell’attività stessa fino al 3 aprile, così come stabilito dal Governo.
I Presidenti hanno espresso grande preoccupazione rispetto alla situazione di grave compromissione della stagione sportiva alla luce della drammatica epidemia da COVID-19. In questo senso le Società esprimono vicinanza e solidarietà alle squadre di Casalmaggiore e Caserta che sono state poste in quarantena. Inaccettabile risulta in particolare la situazione di atlete e staff di Caserta, poiché tra tutte le squadre di Serie A e B di calcio, di pallavolo maschile e femminile che domenica, rispettando quanto contenuto nel DPCM del 7 marzo, si sono recate a giocare fuori dalla propria regione, sono stati posti al loro rientro – unici tra centinaia di calciatori, pallavolisti e altri sportivi – in quarantena, per una disposizione emessa nel frattempo dalla Regione Campania.
Sono stati poi analizzati gli aspetti di natura economica e organizzativa che incidono sulla vita dei Club: in questo senso è stato deciso di avviare un confronto con atlete e procuratori per la gestione di tale momento di particolare difficoltà che investe tutto il movimento della pallavolo femminile di vertice.
E’ stata poi espressa soddisfazione per la presa d’atto da parte della CEV delle richieste pervenute dai Club italiani, supportati da Lega e FIPAV, di rinviare tutte le gare di Coppe Europee in cui sono coinvolte.
I Club hanno infine concordato di ripetere la riunione, sempre in conference call, nel corso della prossima settimana.
(l.muzz.) Il blocco dei campionati ha visto i presidenti dei club analizzare la questione di “natura economica e organizzativa che incidono sulla vita dei Club”. Arriverà quindi il confronto con atlete e procuratori”. In soldoni quasi certamente – anche con motivi tangibili e comprensibili – le società che per “ordine” superiore di Governo e CONI (anche se formalmente la Lega era giunta alla decisione di sospendere prima dell’ordine superiore) non possono giocare chiederanno con l’avvallo della Legarosa un taglio degli ingaggi alle atlete… Tutto comprensibile, ma quando arriverà il momento in cui la Lega dello Sceriffodeldopingamministrativo© darà alle tesserate la stessa attenzione per discutere di garanzie vere sugli stipendi?
Fabris è presidente di Legadonne dal 2006 ma per le atlete le garanzie stanno ancora a zero. A quando una presa di coscienza delle ragazze?