Anno nuovo, vita nuova. A volte, non è soltanto un modo di dire. Non lo è ad esempio per Claudio Marchisio. “Il 2020 sarà ricco di lavoro”, racconta la bandiera della Juventus e della Nazionale. Da grande tuttocampista a intraprendente manager. Dopo i trionfi in bianconero (7 scudetti consecutivi, che diventano 8 con il campionato russo vinto con lo Zenit nel 2019), si è rimesso in gioco. Sorriso, buone maniere e curiosita? sono quelli di sempre, ma dal campo si sono trasferiti in ufficio. Il Principino, che in autunno ha dato l’addio al calcio, a 34 anni ha iniziato un nuovo capitolo. “Non cambia molto il modo con cui affronto le giornate, piuttosto ci sono tante novità. Sarà un anno particolare, ma altrettanto emozionante ed entusiasmante”.
Inizia a capire, a distanza di quattro mesi dall’addio al calcio, in che ruolo si immagina in futuro?
“Quando ancora giocavo mi appassionava fare impresa. Mi piace costruire dei progetti imprenditoriali, circondarmi di persone preparate che hanno grande entusiasmo e assieme a loro trasformare idee astratte in qualcosa di concreto. Penso alla “Mate”, un’agenzia che ho creato qualche anno fa per curare i diritti di immagine degli atleti. È un aspetto che ho sempre cercato di gestire con grande attenzione durante la mia carriera e di conseguenza è un settore nel quale credo di aver maturato delle solide competenze”.
C’è dell’altro?
“Un’altra parte importante del mio tempo è occupata da “Legami”, una catena di sushi restaurant che ho fondato assieme ad altri soci. Vogliamo crescere e mantenere la qualita? sempre molto elevata, d’altronde e? cio? che ho sempre fatto anche da calciatore. Non so lavorare diversamente“.
Le tre cose più belle che ha riscoperto da quando ha smesso di giocare?
“La prima è quella di poter dare la priorità alla mia famiglia senza dover incastrare le loro esigenze ad un calendario complicato. Al secondo posto colloco l’entusiasmo nel mettermi alla prova in nuove esperienze. Il calcio è stata la mia professione per molti anni e la mia passione da sempre, però la bellezza nel trovare lo stesso entusiasmo nel fare cose diverse mi ha colpito in maniera positiva. E poi ho riscoperto il piacere di sciare: è stato davvero bello riprendere”.
Com’e? la sua nuova giornata tipo?
“Quando sono a casa faccio colazione con mia moglie e i bambini e se riesco li accompagno a scuola. Poi vado in ufficio e la sera spesso mi alleno o organizzo delle partite di calcio divertentissime con i miei amici. Una giornata non molto diversa da quella di tante persone. In questo periodo sto anche girando tanto per lavoro ed eèun aspetto che mi piace moltissimo”.
Guarda sempre le partite della Juventus allo stadio o in televisione?
“Se non sono in giro per lavoro, le seguo tutte, con quell’adrenalina che mi ha sempre accompagnato da bambino, da calciatore e ora da tifoso”.
Pronostico: chi vince lo scudetto e la Champions League?
“Non ho la sfera di cristallo, ma ho sempre una lettera che mi gira nella testa: la J. Chissà cosa vorrà dire (risata)”.
Lei e Giovinco avete iniziato a giocare insieme nelle giovanili della Juventus. Che impressione le fa vederlo protagonista e vincente prima negli Usa e ora anche in Arabia?
“Giovinco è un amico, abbiamo condiviso gran parte del nostro sogno assieme. Il suo talento gli avrebbe permesso di togliersi grandi soddisfazioni anche in Europa, ma è stato coraggioso. Ha stravolto la sua vita per abbracciare dei progetti affascinanti e rischiosi: i risultati gli hanno dato ragione. Se penso a quando eravamo bambini, sinceramente non mi sarei aspettato un percorso simile. Da amico e da suo tifoso sono molto orgoglioso di lui”.
Che effetto le fa, invece, vedere Pogba attore poco protagonista nel Manchester United?
“Paul è un talento puro, ma tornare a Manchester non credo sia stata la scelta più giusta. È un ragazzo intelligente e serio, posso solo augurargli di vincere tanto, meglio se alla Juve però”.
Adesso che guarda il calcio dall’esterno, si rivede in qualche giocatore per atteggiamenti e movenze in campo?
“Non mi so ermo mai troppo su questo tipo di aspetto. Piuttosto mi piace vedere quei giocatori che, al di là delle qualità tecniche, sanno pensare in campo muovendosi con e senza palla per il bene della squadra. È una abilità importante almeno quanto il talento”.
Sui social è molto attivo: che rapporto ha con Facebook e Instagram?
“Un rapporto sano. In questi anni penso di aver imparato a gestirli e per questo non mi spaventano. Hanno completamente stravolto il modo con cui ci relazioniamo, non necessariamente in meglio. Però hanno molti aspetti positivi e mi permettono di poter avere un rapporto diretto e sincero con le persone che mi seguono. Per un personaggio pubblico i social comportano anche delle responsabilita? e da queste non mi sono mai voluto sottrarre”.
II libro che l’ha appassionato di più in questi mesi?
“Sergio Marchionne di Tommaso Ebhardt”.
Oltre al calcio, ha sempre avuto una grandissima passione per le auto: si è tolto ogni tipo di sfizio a quattro ruote?
“Quello credo che sia impossibile. Amo le auto da quando sono bambino. Il mio idolo, ancora prima dei calciatori, è stato Senna. Ero innamoratissimo della mia prima auto, una Citroen C2 1.4 Hdi: quando la guidavo mi sentivo Hamilton nella sua monoposto. Le macchine non mi appassionano soltanto per la velocità, per il rombo del motore o per i marchi più importanti. Amo i particolari, il design e tutto quello che un’auto offre. Ora sto seguendo con attenzione il mercato elettrico, ho provato una e una . Sono stupende, però credo che il sistema autostradale, le città e tutto il resto non siano ancora pronti per un cambiamento così epocale”.
Che auto ha nel suo garage?
“Ferrari F12 Tdf e Gto, una , una 500 e una Bentley Flying Spur. Sono affezionato a tutte e le riempio di attenzioni: non amo vedere briciole o altro in disordine. E mi arrabbio se mia moglie riga un cerchione. Sono un po’ pesante, lo so (risata)”.
Ha conosciuto altri giocatori amanti delle auto quanto lei?
“Il primo è stato Cristiano Zanetti, ma sono tanti: penso a Del Piero, Iaquinta, Bonucci, Chiellini…”.