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Ferrari sempre più protagonista in Formula Uno Esports!

La Scuderia Ferrari è riuscita a concludere (quasi) nel migliore dei modi il suo primo anno in Formula Uno Esports, campionato parallelo a quello corso su strada dove tutti i teams del Circus si affrontano su dei simulatori virtuali. 

Nel 2019 il Cavallino Rampante con il suo Ferrari Driver Academy Hublot Esports Team è infatti riuscito a conquistare il titolo piloti con l’italiano David Tonzilla Tonizza mancando di pochissimo il titolo costruttori che è invece andato alla RedBull

Al termine dell’edizione dell’anno passato, il team austriaco riuscì infatti a sopravanzare il team di Maranello con 246 punti contro i 184 della Ferrari. 

Ora che il 2020 è alle porte, il Team Principal della Scuderia Stefano Binotto ha voluto rimarcare l’interesse della Ferrari per il mondo esports, e su F1 Esports ha voluto ribadire quanto questa competizione virtuale sia importante per tutta la squadra, aggiungendo che la “nuova generazione e gli eSports fanno parte del nostro programma Ferrari Driver Academy. Non è qualcosa che è completamente separato ma che ne fa parte“. 

La parte del team impegnata nelle competizioni esport è quindi una componente importantissima della Scuderia Ferrari, che certamente punterà nel 2020 non solo a vincere nuovamente il titolo piloti, ma che proverà anche a far suo il primo titolo ufficiale costruttori. 

Un obiettivo certamente ambizioso ma che è assolutamente alla portata della squadra più blasonata di tutto il circus. In merito all’annata appena conclusa, ed ad alcuni interessanti aspetti che differenziano il campionato corso su strada da quello virtuale, si è da poco espresso il Team Manager della Ferrari Driver Academy Hublot Esports Team Alessio Cicolari.

In una recente intervista pubblicata su Powned.it il manager ha infatti spiegato che tra “reale” e “virtuale”: “Le differenze sostanziali sono senz’altro l’accelerazione e la paura. Mentre la prima componente in alcuni simulatori Pro (quelli per esempio usati dai team di F1) si può in qualche modo replicare, la seconda è difficilmente simulabile. Sicuramente la guida al simulatore porta a conoscere molte bene la pista, la traiettoria, i punti di staccata e il comportamento dell’auto (infatti ormai quasi tutti i piloti reali si allenano tantissimo al simulatore) creando la cosiddetta “memoria muscolare”. Da li ad arrivare a staccare in curva a 300km/h con accelerazioni laterali incredibili, ci vuole tanto allenamento e sicuramente una predisposizione al rischio. Sono comunque abbastanza convinto che un ottimo sim racer, con i giusti test, possa diventare un ottimo pilota, è stato dimostrato ampiamente negli ultimi anni”.


Fonte: http://www.corrieredellosport.it/rss/formula-1


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