MODENA – I gironi non dovrebbero cambiare, salvo squalifica della Russia o rivoluzioni dell’ultimo momento, “che possono sempre accadere”. Il percorso dell’Italia maschile verso quella medaglia d’oro, l’unica, che manca nella bacheca dei successi degli Azzurri è tracciato e con esso traccia il sentiero anche Gianlorenzo Blengini, il ct che non vede l’ora sia il 25 luglio per iniziare la sua seconda avventura a cinque cerchi alla guida della Nazionale e non ha altro in mente. Anzi, alla domanda precisa su cosa si immagina per la sua carriera dopo Tokyo risponde così: “Dopo le Olimpiadi? Non vedo niente. Io da qui al 9 agosto non ho in testa altro che i Giochi Olimpici. Per avere la possibilità di sognare, devi costruire quotidianamente il sogno. L’Olimpiade con la squadra del proprio paese, che per di più è una delle più forti, è un pensiero che mi fa venire la pelle d’oca ogni giorno”.
GIRONE ABBORDABILE? . Questi i nomi delle avversarie con le quali l’Italia si giocherà i quarti di finale. “Ci sono le due scuole di pensiero – commenta Blengini – sul fatto che sia meglio un girone più semplice o uno più duro che può essere la porta a un quarto di finale più alla portata, ma c’è anche quello che noi abbiamo impresso nella memoria e nel cuore. Normalmente ci sono differenze tra un girone e l’altro ai Giochi e in questo caso viene da sé che il girone dove ci sono prima e seconda del ranking (la Pool B con Brasile e Stati Uniti) sia diverso dal nostro. Ma rispetto a Rio i due raggruppamenti sono più equilibrati: là noi eravamo con Brasile, Usa, Francia, Canada e Messico, un sorteggio terribile. È vero che il quarto di finale può essere più tosto: a Rio siamo usciti da un girone quasi impossibile e questo ci ha consentito di avere una sfida (con l’Iran) sulla carta più semplice. Ma per averlo devi arrivare primo o secondo”.
E poi c’è l’incertezza di un torneo nel quale a Rio, ad esempio, hanno vinto l’oro due squadre arrivate quarte nel girone: “Alle Olimpiadi vale davvero tutto: un torneo particolare, ritmato, più comodo rispetto ad altri perché hai sempre un giorno di riposo, e con una “partita delle partite”, il quarto di finale. Devi arrivarci, e per arrivarci devi giocare bene: ma una volta che ci sei è il match della vita, se superi quella hai due partite per riuscire a fare medaglia”.
AVVERSARIE. La Polonia non ha bisogno di presentazioni, sarà la favorita numero uno per il gradino più alto del podio. Ma le altre avversarie? “Sia Iran che Canada sono toste. Per gli asiatici il destino dipenderà molto dalle condizioni di Ghafour, mentre il Canada ha l’opposto di Ravenna che sta crescendo e una formazione rodata che in Brasile è riuscita a fare quarti di finale a spese della Francia. Il Giappone se la gioca in casa e quindi è sempre pericoloso, mentre il Venezuela è chiaramente la squadra che sembra essere meno attrezzata. Ma bisognerà giocare bene, non ci sono scuse”.
PREPARAZIONE. “La marcia di avvicinamento sarà fondamentale dato che abbiamo molti giocatori con alcune primavere sulla schiena: la preparazione deve portarli ad avere la massima performance in quel momento lì, nelle due settimane a cavallo tra luglio e agosto. Dobbiamo essere bravi come a Bari la scorsa estate”.
FORMULA DI QUALIFICAZIONE. “Quando le regole le conosci prima sai con cosa ti confronti: è inutile stare troppo a ragionare sul giusto o sbagliato. È normale che se si confrontano le squadre europee con squadre anche di vertice di altri continenti c’è sproporzione. Però per regolamento nell’Olimpiade vanno coinvolti tutti i continenti. Poi sì, 8 delle prime 12 squadre del ranking sono europee e salta agli occhi l’esclusione delle europee, come Serbia e Bulgaria, che sicuramente sono più forti di altre squadre. Le regole però sono quelle e si conoscono”.
NUMERO DI ITALIANI IN SUPERLEGA. “Mi fa piacere la domanda perché è stato riportato solo un pezzo del mio ragionamento. Ci sono due parole chiave da tenere a mente: complessità e percorso. A seconda del punto da cui lo guardi è un argomento che prende diverse sfaccettature. C’è poco spazio per i giocatori italiani? Bene, allora se si lascia questo numero si limita l’utilizzo degli italiani, soprattutto se si diminuiscono le squadre in Superlega. Aumentare il numero di italiani in campo da 3 a 4 può essere una soluzione. Se lo si vede nell’ottica di sgomitare e farsi le ossa, però, “garantire” il posto agli italiani non è la soluzione giusta”.
E non ci si limita solo a questo. “Si può aggiungere il discorso dei costi dei giocatori italiani, quindi i club possono vedere ancora sfumature diverse. Penso che al di là di tutti questi approcci, l’elemento decisivo è il percorso del giocatore italiano: se un giocatore è forte il posto lo trova. Daniele Lavia gioca perché se lo merita, a loro tempo fu la stessa cosa per Giannelli o Zaytsev: di certo non sono titolari perché il regolamento lo impone. È come si crescono i ragazzi il punto discriminante. Con Velasco in quel ruolo credo ci siano le basi per ripartire: i ragazzi ci sono e gli va fatta fare l’esperienza, accompagnandoli. Guardate ad esempio Lavia, grazie alla VNL, che salto ha fatto da maggio a ottobre, poi tutti i giovanissimi che si stanno affacciando adesso, da Gardini a Recine a Cavuto, passando per la coppia campione del mondo pre-juniores”.
MARTELLI OLIMPICI. Accanto a Juantorena e Lanza potrebbero esserci più nomi, oggi come oggi, da Kovar a Parodi per arrivare ad Antonov o ancora a Lavia. “L’Olimpiade è crudele per le convocazioni – racconta Blengini – limitando il numero di giocatori a 12 siamo costretti a scelte rischiose. La competizione fa bene, quando si tratterà di fare delle scelte molto si baserà anche su quello che vedrò da maggio in poi. Le scelte non sono né giuste né sbagliate: saranno il punto di vista mio e dei miei collaboratori. Oggi è troppo prematuro fare dei nomi”.
ZAYTSEV IN RICEZIONE. “Che Ivan abbia grande qualità in ricezione lo dicono i numeri. Noi l’abbiamo sempre coinvolto a quattro quando la rotazione lo concedeva e il battitore avversario lo richiedeva, quest’anno con Modena ha anche ricevuto a tre in rotazioni nelle quali prima era coinvolto a quattro. In finale di Supercoppa per esempio mi ha incuriosito vederlo in campo nella P4 su Leon con la ricezione a tre. Comunque: per quanto riguarda la Nazionale, l’idea di coinvolgerlo in ricezione c’è sempre stata e l’abbiamo già operata a quattro. Chiaramente dipenderà dalla rotazione in cui lui è coinvolgibile e da quale battitore avremo di fronte».
STRUTTURE, ORARI, CLIMA DI TOKYO. “Andremo subito al Villaggio Olimpico, ma abbiamo già un impianto preso dal CONI solo per noi, abbastanza vicino al Villaggio, che ci ospiterà prima che inizi il torneo. Gli orari delle finali? Nel 2016 abbiamo cambiato poco la tabella di allenamenti: i giocatori sono comunque abituati ad allenarsi anche alla mattina. Il problema principale di Tokyo sarà il clima: in quel periodo è il posto più caldo del mondo. Noi saremo al chiuso, ma con un’aria condizionata tremenda, perciò dovremo fare attenzione agli sbalzi. Avremo però dieci giorni per adattarci, non sarà una nuova World Cup” .