Il Pirata, uno dei campioni più amati del ciclismo italiano e non solo, morto il 14 febbraio del 2004 in circostanze ancora non del tutto chiarite, avrebbe compiuto oggi 50 anni. Il ricordo di Giovanni Bruno
Buon compleanno. 50 anni, una età importante, viene detto il Giro di boa…fa anche piacere quando qualcuno ti dice…non li dimostri.
Francamente, caro Marco, non li dimostri, non li dimostri proprio. Facilissimo dimostrarlo, semplicissimo… perché il tempo, per le cose belle, non passa mai. Per tutti, non solo per quelli della mia generazione, il tempo di rivedere mentalmente le vittorie, i tuoi successi, i tuoi trionfi è ancora scolpito in ognuno di noi.
Giro d’Italia, Tour de France , Giro e Tour in accoppiata e poi le tante tappe, sempre in salita, sempre dure, facili per te non per gli altri. Aggiungo poi i gesti e i tanti modi di porti che hanno fatto di te, Marco Pantani, una leggenda del ciclismo. Le mani sotto al manubrio per gli scatti in salita, il buttare a terra cappellino o bandana, gli arrivi liberatori e quei silenzi dopo il traguardo, quasi a volersi nuovamente concentrare per godersi da solo quegli attimi di grande corridore.
Viene detto spesso ehhh, quante ne hai combinate in questi 50 anni… verissimo. Ricordo le mille cadute, in allenamento, in gara che spesso ti hanno bloccato parte della carriera…una in particolare quella del valico di Chiunzi con tutta la squadra che ti aspetta e ti accompagna mestamente e con grande sofferenza al traguardo, un giro d’Italia sfigato. Però il Giro con maglia Carrera ti ha fatto conoscere, avevi anche i capelli, nelle battaglia e nelle prime vittorie contro il tuo compagno di squadra Chiappucci o contro quel mostro di regolarità di Miguelon Indurain o il giovane Berzin. Il primo podio rosa e poi la consacrazione contro Tonkov per la maglia finale. E la Francia, che gioia, che soddisfazione che godimento…il giallo. La tappe delle Deux Alpes, la crisi di Ulrich dopo le stoccate date lunghe il percorso battuto dal freddo e dall’acqua, eri insensibile. Sei un grande.
Hai scalfito la roccia granitica dell’arrogante Armstrong, proprio nella tua ultima vittoria , a Courchevel nel 2000. Eri giovane lì, ma di colpi ne avevi subiti tanti e sei sempre risalito. Queste sono state le grandi difficoltà, il ricominciare non solo dal punto di vista fisico, quello no, è stato facile, avevi un gran fisico, sempre pronto e la classe, poi, ha fatto la reale differenza, non dal punto di vista della testa, della psiche. Una terra inesplorata che forse non sei mai riuscito a capire. Una lotta con te stesso prima, per poi affrontare gli altri.
Hai 50 anni ora, sei molto maturo. Vecchio no, fa quasi ridere, perché rivedo mille volte quei tuoi scatti micidiali su di ogni salita, su ogni strappo, su ogni rampa…ecco quello ha lasciato inalterato il tempo, quello non cambia, non invecchia, non ingiallisce…è il ricordo di tutti noi. Buon Compleanno Marco, regalati una pedalatina dietro Cesenatico, la solita palestra naturale, poi una piadina.