Roger Federer non è sempre stato perfetto: c’è stato un periodo, quando ancora era solo una promessa, nel quale la serietà non era il suo forte. Aveva già doti strabilianti; in quanto a etica lavorativa però non ne aveva molta
“Era sempre e totalmente distratto – ha raccontato Paul Dorochenko, preparatore atletico di Roger a cavallo degli anni 2000, una volta dimenticava le racchette, l’altra non veniva proprio… aveva molto più talento degli altri ma non gli piaceva impegnarsi. Lavorava meno ed era spesso deconcentrato. Farlo crescere è stato complicato, anche perché spesso cercava scuse per non dare il massimo. Comprensibile visto che in campo, con un servizio e un dritto impressionanti, si levava facilmente dai guai. Il rovescio? All’inizio aveva qualche problema, ma poi è diventato eccezionale anche con quel colpo”.