CASERTA – Non per colpe sue, è durata solo una mezza stagione l’annata di rilancio nel panorama italiano di Beppe Cuccarini, ex allenatore di Caserta.
Il tecnico umbro, uno dei top del movimento (uno scudetto, una coppa Italia, una Cev, tante stagioni di vertice e la capacità di andare vincere anche all’estero a distanza di anni), in estate fu supercorteggiato da Turco che per averlo, e superare il fatto di essere club chiacchierato dopo la stravagante gestione dell’annata di A2, rilanciò a più riprese per strapparlo all’esperienza israeliana. Di fatto facendo lui il prezzo oggi stigmatizzato nel comunicato stampa ufficiale del club con la frase “Uno dei precontratti più onerosi come coach di A1”.
Premesso che non si capisce quale sia la logica di definire i contratti dei “precontratti” da parte del presidente Turco, Cuccarini arrivò a squadra da farsi nel tardo giugno ed ora è costretto a ripartire da zero, dopo il “secondo” esonero della stagione… Questa volta concretizzatosi.
Sì, il secondo, se non addirittura il terzo. Il tecnico infatti, raccontano le cronache e i rumors locali, era già stato esonerato ufficialmente (ma senza comunicazione ai media) da Turco dopo la gara di Monza per poi essere richiamato nel pomeriggio del giorno stesso della comunicazione. E anche dopo Filottrano le comunicazioni interne (ci sono fervidi canali whatsapp nel club con cui Turco comunica con i suoi tesserati) avevano esautorato il tecnico, salvo poi non dare seguito alla cosa da parte del club.
Cuccarini dopo l’esonero post Monza rientrò dopo aver posto alcune condizioni al patron, per stare alla guida di una squadra che potenzialmente, con le lacune tipiche di un club che lotta per la salvezza, aveva tutte le carte in regola per salvarsi. Almeno fino a prima della trasferta di Filottrano.
Qui le ingerenze del club (alcuni giorni senza allenamento di Rhamat Alhassan, perché il club le aveva comunicato il taglio, poi non avvenuto, il balletto Bechis capitana, Bechis non capitana situazione fonte di tensione interna nella proprietà…) hanno fatto saltare la “tranquillità” di un gruppo che di fronte alle difficoltà di cui è facile immaginarsi si era compattato più per se stesso che per il progetto.
Fino alla fine attuale epilogo.
E ora chi si prenderà la panchina bollente di Turco?