10 anni dopo la LegaDue giocata a Soresina, Marco Cusin è tornato in A2 per giocare con lo Sporting Club JuveCaserta. Il momento del club è positivo nonostante una serie di infortuni da far tremare i polsi, e le impressioni di questa nuova esperienza le raccoglie Dario Ronzulli per Tuttosport.
Vittoria su Verona, un bel Natale. Decisamente. Contro la Tezenis siamo stati molto bravi a recuperare dopo un pessimo avvio e dopo che all’intervallo eravamo sotto di 18. Ma anche dopo una vittoria così il nostro obiettivo resta lo stesso, ovverossia salvarci il prima possibile: dopo averlo raggiunto, guarderemo davanti a noi.
Caserta, piazza passionale. Durante l’estate mi sono sentito spesso con il coach, Nando Gentile, che mi ha confidato di avere voglia di rimettersi in gioco a casa sua. Poi ho parlato molto con la dirigenza perché volevo capile bene che ambizioni avesse la società dopo aver acquisito il diritto sportivo di Pescara e con un organico allestito in tempi stretti. Mi sono convinto ad accettare e oggi posso dire di essere molto contento di essere qui e giocare per questo club.
Caratteristiche della A2. È un torneo strano perché tutti possono vincere contro tutti. Serve preparazione tecnica, come sempre, ma in alcune situazioni serve maggiormente preparazione mentale: rimanere lucido, non farsi influenzare dai fattori esterni e bilanciare l’energia che mettono i tuoi avversari. A Ravenna per esempio abbiamo perso segnando 92 punti: significa che in difesa non siamo stati aggressivi a sufficienza, come invece abbiamo fatto con Verona. Tante volte in questo campionato bisogna essere sporchi invece che belli per vincere.
Pivot del futuro. In A2 sto vedendo tanti giocatori italiani di stazza, che sanno giocare. Non so se investano poco sul lavoro individuale o se siano gli allenatori che non danno abbastanza fiducia, tenendo comunque conto che se arrivano due-tre sconfitte di fila i coach rischiano il posto. Forse è una somma dei due fattori. Io posso solo consigliale ai miei pari ruolo di lavorale ancora più duro in palestra perché nessuno regala nulla.