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Basket, la sorpresa Brindisi; Vitucci: ''Piedi a terra, ma che bello essere così in alto''

Subito dietro chi corre a vele spiegate (l’imbattuta Virtus Bologna), ma davanti a chi ha blasone e budget da piani altissimi. Brindisi, seconda forza della serie A con sette vittorie nelle nove partite giocate, scalpi importanti raccolti sia fuori (Milano) che dentro le mura di casa (Venezia), è sorpresa ma fino ad un certo punto. Perché di cose buone la squadra allenata da Frank Vitucci ne aveva fatte anche la scorsa stagione, una finale di coppa Italia e i playoff col quinto posto in regular season. Oggi l’Happy Casa viaggia a marce altissime, miglior attacco del campionato a quasi 86 punti di media a partita. “Ma siamo ancora ondivaghi, il giudizio è influenzato dalle prestazioni. Però avere già 14 punti è tanta roba”. 
Un segreto c’è sempre. Il vostro Vitucci qual è? 
“E’ una squadra che sta bene insieme, che ha voglia di lavorare in palestra e che mi dà la sensazione di non aver ancora espresso il suo vero potenziale. In attacco una chiave la troviamo sempre, è in difesa che serve più costanza”.
La classifica che effetto fa?
“Grande soddisfazione, inutile negarlo. È chiaro però che essere secondi adesso ha un valore relativo. Contro Milano e Venezia siamo stati più bravi di due squadre che sono più forti di noi, alla lunga i valori reali verranno fuori”.
Il messaggio è chiaro: piedi a terra.
“L’errore più grande sarebbe specchiarsi in quanto fatto lo scorso anno, quello per noi deve essere trapassato. Non siamo ripartiti dal quinto posto ma da zero, con gli stessi obiettivi, lo stesso budget e una coppa in più (la Champions League, ndr) da onorare. Bisogna essere molto realisti, quando si perde questa dimensione diventa tutto più pericoloso e ci si gode molto meno il momento perché sembra che tutto sia dovuto o scontato e invece non lo è”.
Cose belle di Brindisi: Adrian Banks, capitano, capocannoniere del campionato e da domenica miglior realizzatore della storia del club.
“Uomo veramente eccezionale sotto tutti i punti di vista. Un ragazzo esemplare a cui tutti vogliono bene. La sua non è una leadership di chiacchiere ma di esempio”.
Di John Brown, l’idolo dei tifosi, cosa ci racconta?
“E’ un giocatore originale, un po’ particolare nel suo modo di stare in campo. Ogni tanto mi chiedono: ‘Ma che ruolo è?’. Un cinque, un quattro, forse un quattro e mezzo. Boh. Di certo è un altro dei traini importanti che questa squadra ha”.
Capitolo italiani. Con Moraschini, che oggi gioca a Milano, lo scorso anno ha fatto un capolavoro. Nelle ultime giornate è stato decisivo Zanetti.
“Gli italiani devono rappresentare qualche cosa per chi ci viene a vedere. Anche se magari non giocano tanto il loro ruolo è molto importante. A me piace dar loro una possibilità, i minuti contano fino ad un certo punto: mi interessa la qualità e che si sentano responsabilizzati”.
Ma questo basket in cui si tira sempre più da tre le piace?
“Leggevo giorni fa un’intervista di Pau Gasol in cui si lamentava di questa eccessiva estremizzazione del gioco. La cosa migliore sarebbe riuscire a trovare un equilibrio e far tirare da tre solo chi è capace di farlo. Più bello prima? No, semplicemente il basket di ieri era un altro sport, bello ma diverso”.
Bologna corre, Milano insegue. Come finirà?
“La Virtus è partita forte, Milano rientrerà e su questo non ci sono dubbi. Ma dalla lotta per lo scudetto non escludo Venezia – che a breve inserirà Goudelock – e Sassari che sta giocando davvero bene”.
Vitucci a Brindisi come ci sta?
“Benissimo. Spero molto nella costruzione del nuovo palasport, ce ne sarebbe bisogno non solo per il club ma per l’intero territorio. Sarebbe un segnale importante in una terra che soffre tanto”.
Non crede di meritare una big?
“Non sono uno esposto mediaticamente e non ho padrini particolari. Quel poco che sono riuscito a fare l’ho fatto da me, senza alcun tipo di aggancio. Ho salvato due squadre – Torino e Brindisi – prendendole all’ultimo posto. I miei scudetti sono questi”.


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/sport/rss2.0.xml


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