Luis Scola contro Black
Nella notte magica del ritiro della maglia Olimpia n°11 di Dino Meneghin, tanti indimenticati campioni si materializzano sul mega-schermo del Forum per salutarlo, mentre tanti altri ex-compagni e amici sono a bordo campo per applaudirlo insieme ai 10.482 spettatori accorsi sugli spalti. Inclusi i tifosi del Maccabi, che proprio come quelli di Milano si tramandano ancora oggi di padre in figlio le gesta di Dino il Guerriero, duro ma leale avversario, che non a caso nel discorso di rito ha un messaggio di saluto e ringraziamento anche per loro.
Sul parquet, la partita di Euroleague è proprio come quelle di Coppa dei Campioni di una volta: sempre in bilico, senza esclusioni di colpi, con ogni pallone a pesare sul risultato. Il miglior modo per omaggiare il grande campione e anche per stimolare la suggestione di un gioco di specchi tra l’Olimpia del passato e quella di oggi. Chi sia il Meneghin in questa preziosa vittoria per 92-88 sul Maccabi lo dice (proprio come nel caso di SuperDino) l’agonismo a dispetto dell’anagrafe prima ancora del tabellino: perché se è vero che i 20 punti del trentanovenne Luis Scola ne fanno il top-scorer dell’Armani, il suo costante duellare sotto i tabelloni con Hunter e Black e la foga con cui strappa ciascuno dei 7 rimbalzi totali richiamano davvero alla mente il n°11. Che da parte sua non si sarebbe però mai azzardato a tirare da oltre l’arco come fa invece l’argentino: un 3/4 letale, anche perché due siluri vengono sganciati nella decisiva ultima frazione.
Degli 11 punti a referto per Nemanja Nedovic, invece, in puro stile Roberto Premier sono la “bomba” (così la si chiamava quando non era ancora di rigore il politically correct) esplosa da distanza siderale per il 71-64 di fine terzo quarto, così come la penetrazione del 73-64 che apre la frazione successiva: due giocate che di fatto danno all’Olimpia la convinzione di potercela fare. E sempre nell’ultimo quarto, sul 76-69 ecco una stoppata di Jeff Brooks alla Ken Barlow, seguita da una tripla alla Bob McAdoo… che se il ragazzo si convince una volta per tutte delle sue doti di tiratore, l’Armani può guardare con ancora più ottimismo al futuro.
18 punti (tra cui i due liberi del 92-86 che mettono il successo in cassaforte nei secondi finali) e soprattutto 11 assist fanno invece di Sergio Rodriguez il Mike D’Antoni di serata, a dispetto di un ball handling questa volta non sempre ineccepibile, con relative 3 palle perse. Mentre Vladimir Micov è un po’ il Russ Schoene della situazione: poco spettacolo, ma tantissima sostanza, tradotta in 13 punti, 4 rimbalzi, 1 assist e la solita funzione di collante in attacco come in difesa.
Infine, in panchina, ecco Ettore Messina a condurre la truppa con lo stesso polso e la medesima vincente determinazione di coach Dan Peterson. Sì, magari dopo essere passato a vedere le nuove/vecchie mura del Palalido e aver fatto un giro nell’ormai solitario tendone dell’allora PalaTrussardi, nella notte di Dino Meneghin lo spirito Olimpia s’è diffuso alla meglio per tutto il Forum. Anche per l’applauso riservato a Wilbekin, trascinatore del Maccabi e miglior realizzatore del match con 25 punti, quando nel serrato finale è costretto a uscire per infortunio subito dopo aver messo a segno la tripla dell’88-82.
Paolo Corio