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Lega A – Cosa vuoi che sia spacciare per anguria una semplice oliva

Lega A - Cosa vuoi che sia spacciare per anguria una semplice oliva

“Di perfetto c’è soltanto la parità”: con questo titolo Angelo Costa ritorna sui temi della settimana della pallacanestro italiana e segnatamente di Legabasket sulle colonne de Il Resto del Carlino.

Palasport pieni e livello di gioco più alto, con impianti moderni in arrivo. Te lo raccontano così questo inizio di campionato e non potrebbe esser diversamente: se si arriva a dire che la serie A attira più della Nba, cosa vuoi che sia spacciare per anguria una semplice oliva.

Un successone, come no: visto lo spazio che le faccende italiane trovano sui giornali, vien da pensare che a fine mese, al convegno di Roma, a chi parlerà di ‘basket raccontato sui quotidiani’ per esaurire l’argomento basterà un timeout. ‘Palasport pieni’ è ormai diventato un riflesso condizionato, uno slogan.

Quasi come il popolare ‘tutto un altro sport’: a sentirlo ripetere se ne sono convinti anche gli sponsor, visto che il torneo dei canestri ancora non ne ha uno. Ora si narra di grandi folle, ma sembrano solo parole: a Cantù come a Pesaro, a Pistoia come a Reggio Emilia, i pienoni sono l’eccezione e non la regola.

Succede quando arrivano Milano e Virtus: c’è sempre curiosità per chi fa un campionato a parte. A certificarlo è la qualità del gioco: se alle due regine per andar forte basta metà gas, sarà il caso di interrogarsi sul valore delle altre.

Se ne sentono delle belle, insomma. Un po’ come quando accendi la tv e ti imbatti in telecronisti eccitati dalla ‘perfetta parità’: chissà il trauma quando scopriranno che di imperfette non ne esistono.

O nel commentatore che spiega come un difensore sia stato lasciato ‘in single coverage’: quell’aiuto che manca in difesa forse bisognerebbe darlo a chi ascolta.

O anche chi definisce ‘magata’ tutto ciò che fa Teodosic, dall’assist allo starnuto, dalla tripla alla pacca al suo patron: così la ‘magata’ vera, quella che decide la partita, passa quasi inosservata.

P. s. Un giocatore americano è stato ammonito ‘perché a fine gara salutava ironicamente il pubblico ospitante che lo stava offendendo’. Non risultano provvedimenti nei confronti della tifoseria di casa che lo ha insultato: evidentemente, nel basket italiano, peggio dell’offesa c’è solo l’ironia.

Fonte: http://feeds.pianetabasket.com/rss/


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