Domenica l’atto finale dei Mondiali inglesi con la prova in linea maschile Èlite che partirà da Leeds e arriverà ad Harrogate. L’Italia, che non vince dal 2008 con Ballan, ha conquistato 19 volte l’oro nella rassegna iridata: da Gimondi a Cipollini, passando per Bugno e Bettini, ripercorriamo alcune delle imprese più belle nella storia del ciclismo azzurro
I Mondiali saranno pure nel grigio Yorkshire ma qui non ci piove, la più bella è azzurra. Ognuno con la sua. Se preferite, la volata di Mario Cipollini nel 2002 a Zolder, non fosse altro che per il sincronismo, perfetto, del “treno” italiano: Sacchi-Scirea-Petacchi-Lombardi in successione a scatenare il ruggito del Re Leone, che lascerà le briciole a McEwen e Zabel, non certo i primi arrivati (in effetti). Ma forse faremmo un torto alla “follia” di Paolo Bettini, solo contro tutti nel 2006 a Salisburgo e talmente “mostruoso” da alzare la bicicletta al cielo dopo il traguardo; oppure a Stoccarda, l’anno successivo, quando il Grillo scoccò allo sprint la freccia avvelenata nel cuore di Stefan Schumacher e di tutta la Germania affamata ancora di vendetta per la disfatta di Dortmund, caduta al fotofinish sotto i colpi dell’Italia del calcio. Ma in comune – Cipollini e Bettini – non avevano soltanto il sangue toscano e la classe, immensa, ma anche la guida, il deus ex machina di quei trionfi, l’indimenticabile Franco Ballerini che, prima di salutarci, confezionerà l’ultimo capolavoro del ciclismo nostrano al Mondiale: la doppietta Ballan-Cunego di Varese 2008. Erede – il “Ballero” – di un altro fiorentino illustre, quell’Alfredo Martini che da commissario tecnico della Nazionale si fregerà di 6 medaglie d’oro (oltre a 7 argenti e altrettanti bronzi): Francesco Moser nel 1977 a San Cristóbal (Venezuela); Giuseppe Saronni che nel 1982 in Inghilterra si esibì nella celebre “fucilata di Goodwood”; Moreno Argentin nel 1986 a Colorado Springs (Stati Uniti); Maurizio Fondriest nel 1988 a Renaix (Belgio); Gianni Bugno nel 1991 sempre a Stoccarda e nel 1992 a Benidorm (Spagna).
La vittoria allo sprint di Mario Cipollini ai Mondiali di Zolder nel 2002
GIMONDI CAMPEÓN
E in Spagna – a Barcellona, nel 1973 – si materializzò un’altra delle imprese più epiche per i nostri colori: Gimondi è una “furia” al Montjuïc e anche Eddy Merckx dovrà inchinarsi alla grandezza del corridore bergamasco che, proprio il 29 settembre, avrebbe compiuto 77 anni. Per questo, per un omaggio a Felice, domenica i ragazzi di Davide Cassani porteranno sulla maglia la sua massima “Non mollare fino alla fine”, che li accompagnerà nei 285 km della prova in linea maschile Elite da Leeds all’arrivo di Harrogate.
IL MITICO 1927
Prima di Gimondi era stato il turno di Marino Basso (1972) e andando indietro negli anni di Vittorio Adorni (’68), Ercole Baldini (’58) e nel 1953 del “Campionissimo” Fausto Coppi. Ma ci fu persino un tempo in cui l’Italia si permetteva il lusso di piazzare addirittura 4 ciclisti nei primi 4 posti dei Mondiali: è successo davvero, nella gara d’esordio della corsa iridata, nell’irripetibile 1927, “una storia d’altri tempi, di prima del motore, quando si correva per rabbia o per amore”. Alfredo Binda, il Costante Girardengo della canzone di Francesco De Gregori, Domenico Piemontesi e Gaetano Belloni da Pizzighettone alla conquista di un’altra Germania, quella tragicamente hitleriana, quattro soldati sui pedali che il 27 luglio, sull’asfalto infuocato dell’Inferno Verde del Nürburgring, scattarono come delle scintille sul circuito dell’autodromo tedesco che segnerà per sempre il volto di Niki Lauda.
SAGAN PER IL POKER
Da lì, sulle 85 edizioni disputate, l’Italia vincerà altre 18 volte, seconda soltanto alle 26 del Belgio di Merckx, recordman della competizione con 3 successi come il connazionale Rik Van Steenbergen, il nostro Binda, lo spagnolo Oscar Freire e lo slovacco Peter Sagan, l’unico capace di tre vittorie consecutive (dal 2015 al 2017) e tra i favoriti di domenica per la medaglia con l’olandese Mathieu van der Poel, il francese Julian Alaphilippe e il campione in carica, l’iberico Alejandro Valverde. Se poi sarà azzurra, sai che bellezza.
Lo slovacco Peter Sagan ha vinto tre volte di seguito il Mondiale: nel 2015, 2016 e 2017