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ESCLUSIVA PB – Martina Kacerik: “a Ragusa mi sento a casa”

ESCLUSIVA PB - Martina Kacerik: “a Ragusa mi sento a casa”

Eccoci come di consueto con la nuova puntata della rubrica Focus sul campionato di Serie A femminile del Venerdì sera. La protagonista assoluta di questa settimana è Martina Kacerik, nuovo acquisto della Passalacqua Ragusa. 

La play-guardia lombarda cresce cestisticamente nelle file del Geas Sesto San Giovanni con cui vince ben 6 scudetti giovanili e conquista la promozione in Massima Serie.  Distinguendosi fin da subito come uno dei migliori prospetti italiani della sua annata, si guadagna la presenza in maglia azzurra in tutte le categorie giovanili, ed arriva ad esordire con la Nazionale maggiore nel 2016. Nello stesso anno si trasferisce alla Pallacanestro Torino, per poi passare due stagioni alla Reyer Venezia. Da pochi mesi è arrivata a rinforzare il pacchetto delle esterne della compagine biancoverde. Reduce di una prestazione degna di nota nell’ultima gara di campionato (20 punti con 6/6 da 3), ha risposto con grande disponibilità alle nostre domande: 

Dopo due anni alla Reyer Venezia sei approdata a Ragusa. Cosa ti ha convinto del progetto che ti è stato presentato dalla società? Ma soprattutto ti aspettavi una chiamata di tale spessore?

Mi è sempre piaciuto vedere giocare e giocare contro Ragusa, volevo provare un’esperienza nuova; avevo alte aspettative che non sono state deluse. Avevo voglia di ritrovare un po’ me stessa in campo e ho colto l’occasione al volo. L’ambiente, la società e i sostenitori mi fanno sentire a casa e di questo sono davvero felice.

Su cosa punterai a migliorare in particolare nel corso di questa stagione? 

Per dirne uno forse la pericolosità offensiva, ma vorrei continuare a migliorare sotto ogni punto di vista.

A livello di squadra siete considerate una delle favorite alla vittoria dello scudetto finale. Com’è giocare sapendo che tutti hanno così alte aspettative su di voi? E cosa vi aspettate voi per questa stagione?

Per scaramanzia non si dice nulla. Ovviamente noi giochiamo per vincere ogni partita. La pressione sicuramente ci sarà, bisogna gestirla e riuscire a farne una forza.

Tra le numerose presenze nella nazionali giovanili, i campionati vinti e tutte le esperienze vissute dentro al campo quale  ti rende maggiormente orgogliosa di te stessa? 

Tutte le esperienze in campo sono speciali, ognuna per un motivo diverso. In  particolare forse la finale dell’europeo U20. Abbiamo perso di 2 contro la Spagna, ma all’intervallo eravamo -20. Sono orgogliosa di me, ma soprattutto della squadra che eravamo. Ci siamo guardate in faccia e ci siamo dette che non poteva finire come 4 anni prima (finale U16 contro la Spagna, -20 all’intervallo e alla fine). Abbiamo lottato contro quei 20 punti, la stanchezza e una squadra avversaria che non voleva mollare giustamente. Non siamo riuscite a vincere ma ripensandoci quell’argento vale come un oro per quello che siamo riuscite a fare.

Come descriveresti la pallacanestro ?

Non è facile descriverla. Non è solo un gioco, ci sono tanti aspetti che sembrano banali ma hanno tanta importanza. È arrivare in spogliatoio e condividere la giornata con le compagne di squadra. È lo scendere in campo con un obiettivo comune e lottare per raggiungerlo.È la felicità dopo una partita vinta con un tiro allo scadere e la tristezza e l’amarezza dopo aver perso la possibilità di giocare una finale scudetto.È continuare a migliorarsi in tutto e per tutto. È impegno, sacrificio e sudore, ma ripagato ampiamente dal divertimento e dai successi. È una palla a spicchi che entra in un anello arancione.

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