Di Redazione
Una SuperLega più “umana”, non compressa nell’arco di poche settimane e con anticipi e posticipi praticamente quotidiani. Questa è la sfida di Diego Mosna, designato come futuro presidente di Lega Pallavolo Serie A; ma per vincerla il patron dell’Itas Trentino dovrà fare i conti con un calendario internazionale sempre più fitto e intricato. Come uscirne?
Nell’intervista rilasciata oggi a Gian Luca Pasini su La Gazzetta dello Sport, Mosna è categorico sulla possibilità di un accordo con CEV e FIVB: “Onestamente? Non ci credo. Un solo esempio di questa stagione: il Mondiale per Club (dove gioca Civitanova) che si scontra con il primo turno di Champions! Credo che questo dica tutto“.
Il prossimo numero uno di Lega pensa dunque a una presa di posizione unilaterale: “Immaginiamo un campionato che inizia il 1° ottobre e termina il 31 maggio. La strada da seguire è quella di giocare ugualmente. Anche se in quelle date ci dovessero essere le nazionali impegnate. Su questo punto ho già incassato il sì di 12 presidenti su 13“. A questo si aggiunge, come ricorda Mosna, il fatto che la SuperLega sarà a 12 squadre già dal prossimo anno.
C’è però un passaggio dell’intervista che è destinato a suscitare polemiche: “Ci saranno da capire i termini – dice Mosna – o da chiedere alla Federazione di pagare gli stipendi dei giocatori. Perché è chiaro che se giochiamo senza nazionali perché impegnati con la maglia del loro paese, mi auguro che non si aspettino che li paghiamo noi…“.