Un Mondiale chiuso da straordinaria protagonista: 324 punti – miglior realizzatrice del torneo – e medaglia d’argento. Paola Egonu, però, non si accontenta e ripensa con rammarico all’edizione da poco conclusa: “Sono stata male, potevamo fare meglio”. A delusioni così grandi, in attesa di future rivincite, solo l’amore può porre rimedio. “Mi sono rialzata grazie alla mia fidanzata – racconta al Corriere della Sera -. Dopo la finale sono tornata in albergo e l’ho chiamata. Io piangevo, lei mi ha consolata e mi ha detto che le sconfitte fanno male, ma sono lezioni che vanno imparate. La mia sofferenza era normale ma, col tempo, l’avrei superata”. La pallavolista svela poi qual è stato il segreto che ha permesso all’Italvolley di approdare fino all’ultimo atto: “Dopo il primo allenamento non vedevo quello che volevo – spiega -. Poi, però, abbiamo iniziato a crederci sempre di più e siamo cresciute”. Una passione che ha coinvolto anche numerosi appassionati azzurri: “Mi sono accorta dell’affetto dei tifosi una volta arrivati in Italia, all’aeroporto. Noi ragazze terribili? Personalmente posso sembrare scontrosa al primo impatto, ma quando riesco ad aprirmi non sono così terribile”.
“Ho vissuto episodi di razzismo, è normale ma non dovrebbe esserlo”
Nonostante abbia solo 19 anni, l’opposto dell’AGIL Volley Novara è tra le migliori al mondo. Un giusto riconoscimento per i tanti sacrifici fatti: “Il più grande è stato lasciare casa a 13 anni -afferma -. Allontanarmi dai miei genitori, da mio fratello e mio sorella, dalle mie amiche. Lontana dalle mie sicurezze, da tutto. L’amore, però, è anche questo. Nasciamo con l’affetto di nostra madre che ci riempie di baci e carezze e vorrebbe proteggerci per tutta la vita. Ma non è sempre così. L’amore è anche la telefonata di un amico, l’interesse delle compagne di squadra verso di te e viceversa”. Tra i tanti ostacoli superati, la Egonu ha dovuto superare anche quello legato al colore della pelle: “Per me avere origini diverse è normale – dice -. Un bambino non capisce la differenza finché una maestra non glielo spiega a scuola. Io ho vissuto episodi di razzismo, è normale ma non dovrebbe esserlo“. In chiusura la pallavolista azzurra commenta le parole spese da Mattarella nei confronti dell’Italvolley: “Dobbiamo essere d’esempio nella voglia di far bene anche in situazioni scomode, mantenendo sempre il rispetto degli altri – conclude -. Il duro lavoro porta lontano, ma la differenza la fa qualcosa che ti viene da dentro. Quando smetti di fare una cosa per stupire qualcuno e la fai per te, allora diventi tutt’uno con quello che fai“.