Neopromossa, anche la Virtus Roma aspetta l’inizio del nuovo campionato con il terribile esordio esterno, il 25 settembre alle 20:30, nel PalaDozza tutto esaurito della Segafredo Virtus Bologna.
Piero Bucchi, nell’intervista concessa ad Eduardo Lubrano de La Repubblica edizione Roma, spiega come sarà la sua Virtus. La “sua”s econda Virtus, che ha già allenato dal 2002 al 2005.
Roma. La città è straordinariamente bella, affascinante, meravigliosa, un museo che sopra di sè ha solo il cielo. Poi c’è la simpatia, il sarcasmo dei romani, il cibo che ha la sua importanza.
Toti. Quando leggo che qualcuno lo contesta, penso che senza di lui la pallacanestro di alto livello a Roma non ci sarebbe. Faremo di tutto per rimanere in serie A ma tutti devono sapere che non sarà facile.
Il gioco della Virtus. La squadra è piena di esordienti in serie A e come tale ci sono molte cose che sto scoprendo e scoprirò. Bisogna difendere forte, anzi fortissimo, perché siamo in serie A. Bisogna passarsi la palla. Bisogna correre e il primo che è libero deve prendersi il tiro come mi è sempre piaciuto. Ci sono delle regole precise e delle gerarchie con relative responsabilità. Jerome Dyson, William Buford e Davon Jefferson sono le nostre prime opzioni per esperienza e scelte fatte con Valerio Spinelli in sede di allestimento della squadra. Gli altri sono chiamati a supportarli.
Virtus Bologna e Brindisi, le prime avversarie in campionato. Per me è un doppio colpo emotivo non male. Dal punto di vista tecnico io e Daniele Michelutti abbiamo già cominciato a parlare con la squarda. Ma ci sono cose che ho nel cuore, e che mi riservo per gli ultimi minuti prima della palla a due.