Un assist di Rodriguez
L’astronave finalmente atterrata in piazza Stuparich racchiude un cuore antico. Se l’involucro esterno dell’Allianz Cloud richiama i più moderni (e ben più capienti) impianti europei, l’interno conserva infatti quell’effetto “bomboniera” del vecchio Palalido. Così, mentre l’immaginazione sostituisce gli attuali vetri con le vecchie (e per molti versi più funzionali alla visibilità) balaustre, i ricordi riafforano a seconda del posto occupato… per anagrafe. Qualcuno rammenta le epiche sfide tra l’Olimpia e l’Ignis Varese; qualcun altro rivive la leggendaria marcatura con cui Mike D’Antoni in maglia Simac imbrigliò un giovanissimo Drazen Petrovic o il duello impari per stazza ma non per colpi menati sotto canestro tra Dino Meneghin e Arvydas Sabonis; qualcun altro ancora l’ultimo colpo vincente di un giocatore biancorosso prima che il glorioso palazzetto venisse destinato alla demolizione e lenta ricostruzione, ovvero la tripla sulla sirena da distanza siderale con cui Mindaugas Katelynas permise all’Armani Jeans di eliminare Teramo nei quarti di finale playoff per poi tornare al Forum e arrivare a giocarsi la finale dello scudetto 2009 contro Siena. E c’è pure il collega e amico (grazie, Michele) che ci invia via whatsapp la pagina de L’Unità che raccontava il 114 a 109 con cui il Billy superava il 24 febbraio 1980 l’Amaro 18 Isolabella (alias Pallacanestro Milano) in un incontro definito “insignificante” nel titolo di allora, ma di fatto passato alla storia perché l’ultimo derby dei canestri sotto la Madonnina in Serie A.
Mentre le casse dell’altrettanto nuovo e tecnologico impianto audio diffondono le note jovanottiane de “Il più grande spettacolo dopo il big bang”, nella testa riecheggiano così i versi springnestiani di “Wrecking ball” con tutti quei campioni “come and go”, in maglia Olimpia come in quella avversaria, che nella notte del ritorno del basket al Palalido (e viceversa) appartiene poi ai cugini dell’Urania, ancora in piena fase di rodaggio in vista della prima esperienza in Legadue e soprattutto privi del centro americano Reggie Lynch, subito infortunatosi, e con Andrea Benevelli tenuto per prudenza seduto in panchina. Impossibile insomma che ci possa essere partita anche solo per una frazione, come dimostra il 98-49 finale, ma di sicuro c’è sempre il massimo rispetto per gli uomini di coach Davide Villa (orgogliosamente divertito dal fatto di vedere il suo nome affiancato a quello di Ettore Messina sul tabellone) da parte dell’Olimpia, impegnata per tutti i quaranta minuti ad affinare i meccanismi in vista di una stagione che l’amichevole del Palalido ha confermato essere anche contraddistinta dalla volontà di ritrovare il giusto feeling con il proprio pubblico.
Un’operazione simpatia basata però non su facili proclami e opportunistici atteggiamenti, ma sui princìpi da sempre cari al “plenipotenziario” coach dell’Armani, che dopo il match (e dopo aver ringraziato il pubblico per l’applauso riservatogli alla sua “prima” milanese) ha parlato della volontà di conquistare i tifosi con un impegno all’insegna della “coesione difensiva e offensiva”, mentre le sue scelte di mercato hanno già detto dell’obiettivo di avere un gruppo di uomini, prima ancora che di giocatori, capaci di mettere il talento al servizio della disciplina. Quello che di fatto si è visto anche contro l’Urania, con Mack a spingere senza mai strafare, con la coppia Rodriguez–Micov a tessere insieme efficaci trame di passaggi, con Roll e Brooks a firmare canestri all’insegna dell’essenzialità (qualità che dovrà per forza imparare a coltivare anche Moraschini), e con i lunghi Biligha e Tarczewski a raccogliere i frutti del saper trovare spazi sotto canestro non solo con il pick and roll. In una serata defilata per Della Valle e di ordinaria amministrazione per Cinciarini, e con White e Gudaitis ancora costretti allo stop, l’unico che pare ancora alla ricerca di un convinto inserimento nei giochi è Burns, anche se le continue rotazioni di Messina fanno supporre che nel 2018-2019 non si vedranno giocatori dimenticati in fondo alla panchina come accaduto in un recente passato.
Non a caso #insieme (fatto scorrere sul tabellone in tutte le lingue del roster) è l’ashtag scelto dal club per affrontare gli impegni di Campionato ed Eurolega con il calore del Forum e in un paio di occasioni anche del Palalido. Che invece sarà la casa da riempire per la neopromossa Urania, cercando di aggiungere ai suoi tifosi di sempre qualche appassionato in più. Sul come, il giovane coach Villa dimostra in sala-stampa di avere le idee chiare: perché bello e accogliente è il palazzetto, comoda la doppia linea di metropolitana per raggiungerlo, affascinante (a proposito di nostalgia dei tempi andati) una pallacanestro con due soli stranieri e tanti giovani e italiani, “ma per richiamare l’attenzione di Milano serve soprattutto vincere”.
Paolo Corio