Foto: FIVB
Di Redazione
Il sogno finisce qui: l’Italia Under 18 femminile perde la finalissima contro gli Stati Uniti in una gara che la squadra Azzurra ha provato a giocare con tutto il coraggio che aveva ma nella quale ha incontrato una squadra semplicemente più forte: 2-3 (17-25, 25-19, 18-25, 25-22, 10-15).
Indipendentemente dall’esito di questa finale va sottolineato un momento magico per il nostro settore giovanile che è riuscito a raggiungere ben quattro finali mondiali, la vittoria dell’Under 19 conquistata con pieno merito e le due amare ma onorevoli sconfitte per Under 20 femminile e Under 21 maschile. Nessun altro paese può vantare a livello giovanile una stagione del genere,
L’Italia parte molto in affanno nel corso del primo set: un po’ l’emozione un po’ l’estrema aggressività delle americane mette frequentemente alle corde le Azzurrine che faticano a trovare il loro miglior gioco. Indubbiamente l’assenza di Frosini, infortunatasi nella incredibile rimonta contro la Cina, non aiuta. Nulla da dire a chi la sostituisce ma è tutta la squadra che fatica. Inizialmente Marco Mencarelli decide di puntare su Gaia Guiducci che sia nel primo che nel secondo set verrà però rimpiazzata da Sofia Monza. La squadra risponde solo a tratti a richiami del suo allenatore che subisce le offensive di Mruzik e Robinson (17-25).
La sveglia arriva nel secondo set soprattutto dopo l’ingresso più costante di Monza che mette in regola tutti i terminali offensivi: due i break decisivi che mettono le Azzurre al comando del set e che stavolta non vengono vanificati da inutili errori. A tratti l’Italia gioca un volley molto completo, robusto, avvolgente, e stavolta sono le americane ad andare in affanno (25-19).
Purtroppo l’Italia non riesce a fare tesoro di questo vantaggio psicologico e ricomincia a pasticciare: il primo parziale degli USA, 5-0 è un brutto campanello di allarme. In tutta onestà le americane dimostrano proprio in questi momenti di essere più squadra e a nulla valgono le buone sensazioni di nemmeno una settimana fa quando nella fase a gironi le Azzurre piegarono gli States in cinque set con enorme carattere. Italia di nuovo frastornata: Mencarelli ricorre a qualche cambio senza tuttavia riuscire a ottenere gli effetti sperati: ricezione in difficoltà, regia in crisi e pochi palloni offensivi. Gli USA con due strattoni si prendono un vantaggio di quattro punti che diventa di sei e che significa set chiuso in scioltezza (18-25).
Quarto set che vede ancora una volta gli States partire con maggiore spunto: il primo break fa male, sono quattro punti (8-4) poi l’Italia con grande carattere cerca di aggrapparsi al punteggio incontrando tuttavia tante difficoltà a muro e nell’arginare gli attacchi avversari. Ma non ci sono molti argomenti: Stati Uniti più forti e più concreti nei momenti decisivi, Italia che solo di tanto in tanto e senza molta continuità riesce a trovare quella continuità di gioco che si era apprezzata nel corso della fase a gironi, anche contro gli USA, e nelle eliminatorie dirette. Quando la luce sembra destinata a spegnersi e non sembra più esserci speranza con gli Stati Uniti a tre punti dal titolo, le ragazze azzurre tirano fuori tutta la rabbia che hanno e infilano uno streak mostruoso che stordisce le avversarie e sorprende tutti. L’epitaffio può attendere: le azzurre inanellano sei punti in sette scambi che valgono il pareggio e un’altra rimonta sugli USA (25-22).
Nel quinto set si gioca molto con i nervi e le ragazze di Mencarelli si buttano nella partita con lo spirito di chi non ha nulla da perdere: infilano un primo break (3-1), poi lo gestiscono e cercando di mantenerlo giocando in modo intelligenti sui cambi palla e spingendo moltissimo a muro. Ne esce una gara intensissima dove più degli errori valgono i tentativi: nessuno calcola niente. Sull’8-7 le Azzurrine subiscono un break americano che riporta avanti le statunitensi per la prima volta dopo parecchi palloni subiti. Purtroppo è lo strappo decisivo: le americane dall’8-7 salgono al 9-14 e vanno a chiudere in scioltezza. Un vero peccato per una squadra cui è riuscito quasi tutto bene, se non straordinariamente. È mancato solo il sigillo decisivo.
L’Italia esce battuta da una squadra che si dimostra più solida e cui la splendida vittoria contro il Brasile ha dato una consapevolezza granitica. Peccato: onore al merito delle nostre ragazze cui è mancato poco, davvero poco, forse anche un po’di fortuna, per toccare un cielo mai così vicino.
Italia-Stati Uniti 2-3 (17-25, 25-19, 18-25, 25-22, 10-15)
Italia: Marconato NE, Guiducci 4, Graziani 7, Armini (L), Bolzonetti 17, Nwakalor 6, Gardini 4, Monza 4, Malual 9, Omoruyi 17, Nervini, Frosini NE. Allenatore: Marco Mencarelli.
Stati Uniti: Rodriguez (L), Oglivie 5, Taylor, Jacobs NE, Mine, Orr 7, Mruzik 16, Crawford 8, Ronbinson 11, Londot 19, Krause, Boothe NE. Allenatore James Stone.
Arbitri: Yuliya Akulova (Kazakhstan) e Carla Hoorweg (Australia).
Spettatori: Ismailia Complex Hall – 1850
Durata set: 25’, 26’, 25’, 27’, 16’. Total Time: 1.59’.
Ace: 7-7
Muri punto: 7-7
Errori: 31-40