PARIGI – La pagina del Volley sul sito della testata lefigaro.fr è da cercare con la lente… Sport – Altri Sport – Volley… Forse quando Earvin Ngapeth sbotta e dichiara in una intervista al medesimo sito “Sono conosciuto perché ho fatto delle cazzate” beh, forse non ha torto.
La pallavolo francese non gode di prime pagine, il campione transalpino, schiacciatore della nazionale blubiancorossa se ne lamenta quando mancano solo pochi giorni dal via dell’Europeo maschile.
L’organizzazione dell’Europeo 2019 può permettere una accellerazione della notorietà della pallavolo in Francia?
“Sì, se saliamo sul podio è possibile. Ed è indispensabile. Ancora di più per noi giocatori. A Montpellier, per il primo turno dell’Europeo, è possibile che non ci sia nessuno nel Palazzo. Se falliremo agli Ottavi questo Europeo non sarà servito a nulla. Sappiamo fin dall’inizio che tutto dipende dai risultati e quindi da una nostra presenza a Bercy per le finali”
Come gestirete questa enorme pressione improvvisa?
“Ne abbiano parlato parecchio. Ai Giochi Olimpici di Rio (eliminazione arrivata nella Pool), all’Europeo 2017 (9° posto) e ai Campionati del Mondo nel 2018 (7° posto) ci siamo messi troppa pressione pensando di dover vincere. Oggi vogliamo solo pensare a divertirci, togliendoci la pressione di dover vincere assolutamente. Questo Europeo abbiamo il diritto di non vincere, soprattutto date le avversità. Ma dobbiamo giocare, davvero. L’obbligo di risultato, esisterà in un angolo delle nostre teste. Solo che non deve condizionarci”.
Si confrontano i tornei di Russia e d’Italia, quelli che Earvin conosce. Sistemi riproponibili in Francia?
“Può succedere di vedere una finale di Coppa di Francia senza un solo giocatore francese in campo. In Italia ci sono due stranieri per squadra [in realtà possono essere 4 su 7, ndr] e il resto deve essere italiano. In Polonia, in Turchia, in Russia, è lo stesso… [in realtà solo in Russia sono 2 dato che in Turchia e Polonia il limite è di 3, n.d.r.]. Questo influisce sul pubblico e sugli sponsor che preferiscono investire dove ci sono giovani francesi ma stranieri anche meno forti e meno costosi. I giovani francesi vanno così all’estero perché qui non sono protetti. Questo incide sull’interesse dei tifosi, a Montpellier non ci sarà tanto pubblico perché non ci conoscono”.
Tranne te forse …
“Io è perché ho fatto delle cazzate. Ecco perché. Se il mio nome viene fuori per primo, è solo per la pallavolo o per le altre vicende? Sfortunato, è colpa mia, ma è così. Le persone non parlano di me per quello che posso fare sul campo. Per quanto riguarda la nazionale francese e la pallavolo se ne parla in estate durante le grandi competizioni e poi dopo, spariamo totalmente dai radar da ottobre a giugno”.