Per molti il traguardo è un punto di arrivo, c’è chi invece lo vede come una semplice linea da superare per passare all’obiettivo successivo e continuare a crescere. E’ per questo che Jannik Sinner ha lasciato lo sci e ha scelto il tennis. Non gli bastavano due minuti di adrenalina o un traguardo da tagliare, voleva lo sport infinito, quello che ti regala ore per portare a casa il risultato, basta sapere come fare. Vincere è la chiave di lettura del 2019 di Sinner. Dal Challenger di Bergamo di inizio anno (il primo in carriera) a quello di Lexington di 10 giorni fa, dalla prima volta in un main draw Atp a Budapest al primo match conquistato nello stesso torneo, fino al primo successo in un Masters 1000. E non uno qualunque, ma agli Internazionali d’Italia, di fronte al suo pubblico che iniziava a riconoscerlo e a chiamarlo per nome. Ne è passato di tempo dal ragazzino dai capelli rossi che a 14 anni si è trasferito a 13 ore di treno da casa, dalle Dolomiti di San Candido al mare di Bordighera, per allenarsi al Piatti Tennis Center e avere le idee più chiare sul tennista che sarebbe diventato. “Il servizio di Zverev è simile al mio; mi piace lo slice di Dimitrov e il gioco di Roger”. Già Federer, nato 8 giorni prima di lui nel mese che ama i predestinati, Federer l’eterno punto di riferimento di qualsiasi ragazzo con la racchetta, Federer l’unico ad aver vinto 20 titoli del Grande Slam. Ambizioni di un neo maggiorenne che al momento è numero 130 del ranking e sa perfettamente di dover crescere ancora tanto. Per farlo è più facile avere in testa quei traguardi infiniti che solo il tennis può regalargli.
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Auguri Sinner, il 18enne che fa sognare l'Italia
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