Foto Rubin/LVF
Di Redazione
L’idillio di Losanna è già finito: a poco più di un mese dall’assegnazione delle Olimpiadi invernali 2026 a Milano e Cortina, è di nuovo bufera tra il Coni e il governo italiano. Oggetto del contendere è naturalmente la riforma dello sport che assegnerà poteri cruciali per l’amministrazione dei fondi statali in materia sportiva alla neonata società Sport e Salute.
Il presidente del Coni Giovanni Malagò, ascoltato ieri dalla competente Commissione del Senato, ha usato parole durissime: il decreto legge di riforma “crea un serissimo problema con il Cio. Lo dico perché sono stato autorizzato dal presidente Bach. Il Cio non dà un parere preventivo sulle leggi, ma vi posso dire le sanzioni e i rischi che si corrono se viene approvato questo provvedimento“. E tra questi, secondo Malagò, ci sarebbe anche la possibile sospensione o il ritiro del riconoscimento del Comitato.
Contro il Coni si sono però schierate cinque tra le più importanti Federazioni, tra cui anche la Fipav: “Malagò firmi subito il contratto di servizio con la Sport e Salute, consentendo così di dare attuazione ad una legge dello Stato già approvata. Il suo atteggiamento di contrapposizione crea disagio e turbamento“. La dichiarazione è stata resa all’Ansa da Bruno Cattaneo e altri quattro presidenti nazionali: Gravina (calcio), Petrucci (basket), Barelli (nuoto) e Binaghi (tennis).
La situazione è in continua evoluzione: venerdì la riforma dovrebbe essere discussa da Consiglio e giunta del Coni, ma già oggi sarà una giornata densa di incontri. La riunione prevista per le 11 tra i presidenti federali e Rocco Sabelli, designato numero uno di Sport e Salute, sarà infatti preceduta da un summit chiarificatore con Malagò. Intanto sarebbe andato a vuoto, secondo quanto riportato dal Corriere dello Sport, il tentativo del sottosegretario Giancarlo Giorgetti di contattare direttamente il presidente del Cio Thomas Bach per un chiarimento: fonti di Losanna hanno fatto sapere che non saranno ammesse ingerenze politiche.