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Italia verso la World Cup – Buona la prima sulla Via della Seta

Italia verso la World Cup - Buona la prima sulla Via della Seta

(di Werther Pedrazzi). Trento, un posto adatto, e un tempo giusto per sperare. Come “Il tempo delle mele”, il vecchio film che esplora il delicato passaggio dall’adolescenza all’età adulta. E’ questo il senso, l’intrigo e la curiosità per la prima uscita ufficiale della nostra nazionale, contro la Romania, che parte dal Torneo trentino cercando vento per gonfiar le vele sulla rotta della Cina. Affinché sia “Via della seta”, prezioso tessuto, delicato ordito. La tessitura iniziata nel ritiro di Pinzolo, con Meo Sacchetti che conferma un buon lavoro, ordinato ed efficace, anche se mancano ancora pezze importanti per l’arazzo finale. Danilo Gallinari con ancora poco basket nelle gambe e nelle mani, Gigi Datome che prosegue il lavoro differenziato per recuperare dall’intervento di pulizia al ginocchio e che nessuno si sognerebbe mai di mandarlo ai contatti del campo (non lo vedremo nemmeno a Verona) prima del recupero definitivo. Marco Belinelli con un leggerissimo risentimento alla coscia, come Ariel Filloy, Brian Sacchetti e Ricky Moraschini. Sono questi quelli che restano dietro le quinte della prima trentina. Mica infortuni, soltanto risoluzioni prudenziali. E nemmeno, per il momento, vaghi indizi di scelte tecniche, come vorrebbero i falchetti appollaiati in tribuna.

Anche se lo starting five, Daniel Hackett, Amedeo Della Valle,  Awudu Abass, Jeff Brooks e Paul Biligha  assomiglia molto al quintetto base degli azzurri disponibili.

I primi applausi a scena aperta sono per la mobilità e l’energia di Biligha a rimbalzo offensivo, mentre la primissima traccia tecnica è data da una difesa votata alle linee di passaggio e la ricerca della circolazione rapida, poca palla ferma, in attacco. Insomma, senza gli acuti dei tenori, sembra proprio che Sacchetti vada cercando il coro! 6-0 per Italia.

Primi cambi: Ale Gentile per Abass e Luca Vitali per Hackett.

15-7 seguendo lo stesso copione: mobilità sia in difesa che in attacco. Prima del giro di sostituzioni. Amedeo Tessitori per Biligha, Pietro Aradori per ADV e Giampaolo Ricci per Brooks, che con due falli paga la proverbiale generosità difensiva. Alla fine del primo periodo (25-12) il più incisivo è Pietro Aradori (8 punti in 5’) che evidentemente sta cercando una nuova patria lontano da Bologna e sputa il veleno dell’ostracismo decretato da Sasha Djordjevic nei suoi confronti. Son soltanto i primi accenni di campo, senza sorprese, e nemmeno pretese, perché è già chiarissimo quello che Azzurra può e non potrà fare. Se la palla viaggia veloce qualche corridoio libero si può trovare in attacco (due belle schiacciate per Brooks e Tessitori), ma sulla collina del nostro canestro non ci sono generali, e il migliore dei rumeni è Emanuel Cate (9 punti, 3/3 da 2 e 3/3 ai liberi in 13’ del primo tempo), un centro (naturalmente) di 206 centimetri e 22 anni, che si è formato in Spagna ed attualmente gioca a Murcia.

L’Italia usa l’ariete e sfonda al massimo vantaggio nel secondo periodo (36-17) con le prime incursioni di Ale Gentile, e Michele Vitali che non si vede in attacco ma si sente in difesa con recuperi che generano facili contropiedi.

Quel che c’era da vedere (stante le assenze pesanti) si è già visto, tutto. Quando iniziano i rientri (Hackett, Biligha, Aradori e via via tutti gli altri) in alternanze brevi e continue, per non appesantire nessuno dopo i carichi di Pinzolo, ma anche per vedere chi è in grado di adattamenti rapidi ed intensi.

Andrea Cinciarini entra per la prima volta nel quintetto che inizia la ripresa (con Aradori, Abass, Brooks e Biligha) e l’Italia torna a galleggiare 49-31).

Con il rientro di Hackett, e della sua solidità, si giovano guardie (Della Valle) ed ali (Gentile, in netta superiorità fisica sugli avversari), confermando quel che è palese: Italia esclusivamente a trazione posteriore (62-45 al 29’). E proprio per questo manca ancora l’arrotino che affili le baionette: Italia…. Da 3 (Romania). Ma gli azzurri di Meo Sacchetti dimostrano continuità di applicazione difensiva e nell’ultimo periodo ritoccano il massimo vantaggio, toccando il +30 (88-58, e 88-60 il finale).

La seta è ancora grezza. La via è ancora lunga. La Romania è un test abbordabile… Ma l’Italia, pur senza un centro di gravità, è in cerca di qualche scintilla: più bella che forte? Se si può dire…

E per chi volesse farsi qualche prima idea, ecco il quadro sintetico…

Della Valle: minuti 15, punti 7 (1/3 da 2, 0/2 da 3, 5/5 tiri liberi), val. 5

Aradori: 11’, punti 10 (3/4 da 2, 1/4 da 3, tiri lib. 1/2), val. 8

Gentile: 22’, 14 (6/11 da 2, 2/3) val. 17

Biligha: 15’, 2 (1/2 da 2), val 2

Vitali L: 12’, 2 (0/3 da 3, 2/3 tiri lib. 0/3), val 3

Hackett: 17’, 6 (3/4 da 2, 0/2 da 3), val 7

Brooks: 19’, 8 (3/3 da 2, 0/1 da 3, 2/2 tiri lib), val 11

Tessitori: 18’,9 (4/6 da 2, 1/1 tiri lib 1/1), val 8

Ricci: 21’, 7 (0/2 da 2, ½ da 3, tiri lib. 4/4), val 11

Cinciarini: 13’, 6 (0/1 da 2, 2/2 da 3), val 13

Abass: 21’, 10 (3/4 da 2, 173 da 3, ½ tiri lib ½), val 12

Vitali M: 16’, 7 (1/2 da 3, 4/5 tiri lib), val 5

Assist. Italia 15 (Cinciarini 4) – Romania 8 (Cate 4)

Rimbalzi: Italia 40 (Gentile 9) – Romania 29 (Cate 8)

Il migliore della Romania: Emanuel Cate, 27 minuti, 12 punti (con 4/5 da 2, 4/4  tiri liberi), val. 23)

Werther Pedrazzi

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