MVP delle Finals con 234 punti realizzati (con più del 54% dall’area), 92 rimbalzi e 31 assist, Austin Darren Daye è stato il protagonista del finale di stagione dell’Umana Reyer.
Un finale che avrebbe potuto essere ben diverso se il californiano di Irvine non avesse buttato alle spalle problemi, amarezze e frustrazioni che durante la regular l’avevano strappato dalla rosa dei titolari, ma partiamo dal principio.
Frequenta l’università gesuita di Gonzaga a Spokane e gioca per i Bulldogs mettendosi in mostra fin da subito e chiudendo la prima stagione con una media di 10.5 punti partita.
Nel 2009, ad aspettative più che confermate, è quindicesima scelta dei Detroit Pistons, con i quali giocherà fino al 2013 (eccezion fatta per una parentesi al Khimki). Non ingrana da subito ma nel tempo le sue percentuali ed il suo minutaggio migliorano.
Nonostante ciò diventa pedina di scambio per portare Calderon a Detroit. Chiude la stagione 2013 a Memphis e firma in seguito con i Toronto Raptors.
Resta in Canada per quasi una stagione prima di venir scambiato con gli Spurs per De Colo. Qui subisce un taglio che lo porta prima in G League e poi ad Atlanta, dove chiude la stagione con solo 8 presenze e 26 punti.
Tirata una riga l’NBA non ne esce come un terreno fertile per il ventisettenne che decide di seguire l’esempio di papà Darren e provare l’esperienza europea.
Ad accoglierlo non poteva che essere Pesaro, dove il padre militò per ben 4 stagioni contribuendo in modo fattivo alla conquista degli scudetti del 1987/88 e del 1989/90 e diventando una leggenda nelle Marche. Qui Austin non delude le aspettative realizzando 21.2 punti in media e 9 rimbalzi e venendo selezionato per gli All Star Game.
Nonostante la stagione eccellente in Italia decide di accettare l’offerta del Galatasaray. Le parentesi in Turchia e quella successiva in Israele non saranno entusiasmanti e nel 2018 si creano le condizioni ideali per il suo ritorno in Italia, con la casacca orogranata.
L’arrivo è bagnato subito dal successo in Europe Cup ma, nonostante buone prestazioni e l’estensione del contratto, le nubi non sono lontane.
La stagione regolare 2018/19 vede un Daye a volte impalpabile, incaponirsi da solista fino al nervosismo. Gli sforzi di De Raffaele nel portarlo più a servizio dei compagni sembrano vani e la sua uscita dalla rosa dei titolari sembra il preludio al taglio (che la stampa non attende a ventilare). E’ una notizia smentita e il giocatore, dal carattere di certo non facile, non manca di capire ciò che gli si richiede e lentamente ma con costanza incorpora il suo nuovo ruolo.
Il finale di stagione, che è ancora ben vivido nelle nostre menti, è un crescendo che si conclude al meglio, con il titolo di MVP.
Il prossimo futuro del californiano lo vede ancora in laguna, dove i tifosi non vedono l’ora di rivederlo quanto prima in azione, così come ognuno che ami davvero questo sport a prescindere dalle bandiere.
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I campioni d'Italia in pillole: Austin Daye
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