Foto FIVB
Di Redazione
Conclusa l’avventura della Nazionale Maschile nella VNL, il tecnico Blengini tira le somme in vista anche dei prossimi impegni. Nell’intervista rilasciata a “La Gazzetta dello Sport“, il c.t. ha espresso il suo giudizio positivo sulla squadra, composta per lo più da giovani emergenti, con un occhio di riguardo ai prossimi impegni, durante i quali verranno richiamati anche i “big”.
«Non dimentichiamoci da dove siamo partiti» racconta il c.t. azzurro Chicco Blengini. Se il bilancio di 8 vittorie e 7 sconfitte della scorsa edizione della Nations League aveva un po’ deluso, lo stesso risultato raccolto quest’anno ha un peso diverso. L’anno scorso in molte tappe furono schierati i big – da Zaytsev a Juantorena, da Colaci a Lanza – dopo una stagione logorante; quest’anno il torneo è servito all’Italia per dare occasioni importanti a giovani che faticano a trovare spazio nei club.
Peccato per come sia finita perché dopo 10 gare l’Italia era al 3° posto con un bilancio di 8 vinte e 2 perse. «Siamo arrivati a giocarci la qualificazione alla Final Six. Una cosa eccezionale per il loro percorso».
Si aspettava queste risposte dai vari Lavia, Cavuto, Russo, Balaso, Pinali, Sbertoli. «Il 5 maggio, all’inizio di questa avventura, avevamo fissato un paletto: arriviamo migliorati all’ultima gara di Nations League. Direi che il bilancio non può che essere positivo».
Da Lavia a Cavuto, da Russo a Pinali, questi giovani le hanno fatto venire qualche dubbio sulle convocazioni per il preolimpico? «Ognuno di loro ha cominciato un processo di crescita che tutti speriamo porti a un loro approdo stabile con la Seniores. I convocati al collegiale che inizia sabato (domani, n.d.r.) non sono per forza i convocati per la tre giorni di Bari. C’è un Mondiale Under 21 da seguire. E l’Universiade. Ora tutti si devono conquistare le scelte. Antonov deve puntare a rubare il posto a Juantorena e Lanza ma deve preoccuparsi di Lavia e Cavuto. E questo discorso vale in tutti i ruoli, per tutti i giocatori».
Il gruppo del preolimpico potrebbe quindi non essere lo stesso per le altre manifestazioni? «Esattamente. Voglio dare delle opportunità a tutti. Anche uno come Kooy (pallavolista olandese naturalizzato italiano, n.d.r) per l’Europeo potrebbe essere chiamato».