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Fipav: Ecco Velasco. Tra “Che Guevara” e la rivoluzione dolce. Giovani senza alibi e senza assistenzialismo

Presentazione di Julio Velasco come Direttore Tecnico del Settore Giovanile Maschile della FIPAV

ROMAVelasco Day e Federazione Italiana Pallavolo presa d’assalto da giornalisti, appassionati e addetti ai lavori. Il Ct della Generazione dei Fenomeni torna e riapre un nuovo capitolo, quello di Dt del Settore Giovanile. Un nuovo ruolo che è, per Julio, una sfida nuova.    

Presentazione di Julio Velasco come Direttore Tecnico del Settore Giovanile Maschile della FIPAV

Pietro Bruno Cattaneo, presidente Fipav che ha riaperto le porte al tecnico apre le porte all’accordo con entusiasmo e orgoglio: “Tutti noi abbiano portato il nostro piccolo mattone per quella che è diventata la seconda federazione dopo il calcio. E’ con grande soddisfazione che oggi sono qui per sottoscrivere l’accordo con un grande allenatore, grande tecnico, un grande uomo. Aspetto quest’ultimo che voglio sottolineare. Voglio poi sottolineare la decisione presa dalla totale unanimità del consiglio federale, tutti quanti d’accordo sull’opportunità di procedere in questo senso per dare al nostro settore giovanile maschile ulteriore nervo, energia. Quella energia che ho visto negli occhi di Julio. Occhi un cui ho visto l’uomo, l’entusiasmo visto negli occhi di Julio è un entusiasmo sincero, genuino”.

“L’obiettivo è quello di un accordo di 2 anni e mezzo ma mi auguro che chi ci sarà possa proseguire. Velasco è partito a mille, fa con passione, chi si accinge a fare qualcosa con passione ha sempre voglia di raggiungere un obiettivo. E’ quello che aggiungeremo con la sua esperienza, competenza e profonda umanità”.

Velasco, ‘ex Ct, oggi Dt è emozionato“Non mi aspettavo una cosa così, per la verità. Pensavo fosse una cosa più contenuta. Mi ha fatto particolare piacere incontrare qui Gianfranco Briani con cui ci siamo conosciuti nel lontano 1981 in Argentina. Devo ricordare che beneficiai del suo lavoro fatto con i giovani”.

“Quando parlo con la gente della pallavolo trovo te tipi di persone, quelli che dicono che va tutto male, quelli che dicono che va tutto bene e la cosa mi preoccupa perché allora mi chiedo cosa sono venuto a fare e altri che dicono che ci sono cose che vanno bene e cose che non vanno…” 

“Penso che molte cose vanno bene e alcune no. Hanno detto al Presidente che si è messo un rompiscatole in casa… Hanno ragione per cambiare le cose bisogna rompere le scatole. Uno dei nostri difetti è quello di dire che va tutto male. Ci piangiamo addosso. Non è così, abbiamo tantissime cose che funzionano e bene. Dobbiamo avere più fiducia nei nostri mezzi e nei nostri giovani. A condizione che non ci sia assistenzialismo”.

“Cosa farò? Pensavo di avere l’estate libera invece andrò alle rassegne giovanili, nei ritiri… Vorrei in tutte le occasioni che avrò combattere i luoghi comuni. Una è non ci sono ragazzi. In realtà ci sono e anche buoni. Il problema è far sì che i ragazzi buoni, per interessi dei club e delle nazionali diventino molto buoni”.

“Sono molto felice di tornare a lavorare per la Fipav. Ho realizzato il mio sogno dell’Argentina da primo allenatore, sono tornato a Modena, ora sono tornato in Fipav… Questa è l’ultima tappa”

“Lavoreremo duro, con grande entusiasmo, fiducia. Chiudo con la vignetta dove ci sono Charlie Brown e Snoopy, disegnati di schiena. Charlie Brown dice guardando l’orizzonte: “Un giorno moriremo tutti”. Snoopy gli risponde:  “Sì, ma non si muore tutti i giorni”. Io sto con Snoopy”

Presentazione di Julio Velasco come Direttore Tecnico del Settore Giovanile Maschile della FIPAV

Le domande… Il Club Italia maschile?  “Quando sono andato al femminile, tutti mi dissero non è possibile con le donne. Invece si poteva fare… Oggi a dire che con le donne funziona mentre con i maschi no. Per le donne la pallavolo è quello che per i maschi è il calcio. Quando si è visto che il femminile decollava, molti allenatori hanno sposato il femminile perché con più squadre era più facile lavorare vicino a casa senza allontanarsi dalla casa, dalla famiglia. Poi era più facile perché molte atlete di potenzialità erano nelle società più piccole. Nei maschi non è così. Non è detto che quello che va bene per il maschile va bene per il femminile e il contrario. Soprattuto guardando anche all’età”

Luoghi comune… “Poi c’è un luogo comune: ‘i giocatori nostri non giocano’. Ma non è vero. I cubani dove giocano? Non esiste il campionato, non giocano affatto oppure producono giocatori…Bisogna stare molto attenti a non creare loro l’alibi che non li facciamo giocare. L’assistenzialismo non ha mai pagato. I giovani devono guadagnarsi il diritto di giocare”.

Julio punta poi il dito alla facile esaltazione di giovani “solo perché hanno messo giù quattro palloni gli si fanno pagine intere sui quotidiani nazionali” 

“Ricordo nel femminile…. Proposi straniere libere, sembrava assurdo. Ma dissi allora che se non si faceva una cosa violenta non avremmo mai cambiato la mentalità”.

“Non parlo solo di sacrificio, ma di livello della qualità… Una caratteristica che è unica, per noi che facciamo sport, è quella che non è sufficiente fare le cose bene, le dobbiamo fare meglio degli altri, se no perdiamo. Dobbiamo fare meglio di Polonia, Iran, Brasile… Prepariamo i giovani per fare le cose meglio. Sento molti giovani che dicono che va tutto male, che ci manca questo, quello…. Cosa abbiamo di diverso dai giovani della Polonia, del Brasile”.

Differenze tra la tua generazione di fenomeni e questi ragazzi? “La differenza? Un raffronto è una cosa impropria, è come confrontare Totti con chi giocherà ora al suo posto. E’ ingeneroso. Ogni volta che nello sport mondiale si è fatto confronti per anni e anni poi non si è saliti sul podio”.

“I giocatori di adesso devono fare i conti con i propri coetanei, non con la storia”

La fine della carriera di allenatore… “Volevo finire stando al top. Come i giocatori che smettono stando al top. Volevo anche gestire un po’ meglio il mio tempo. Un club e una nazionale non ti danno respiro, vita privata. Questo è un ruolo in cui bisogna lavorare molto ma è una cosa differente nei tempio, Devo gestire chi gestisce i giocatori”.

Garanzie… “Sì, ho garanzie e autonomie per contratto. Anche di decidere, nominare i componenti di tutti gli staff delle nazionali”

Il posto in squadra… “Andiamo a vincere prima di chiedere. Andiamo a vincere con gli juniores, perché no? Che abbiamo meno del Brasile o della Polonia o della Russia. Lo dissi anche nel’89. Se questo succede dopo si potrà parlare in modo diverso dello spazio per i giovani. Questo è un messaggio per i giocatori”.


Fonte: https://www.volleyball.it/feed/


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