Di Redazione
È stata chiusa dalla procura distrettuale di Atlantic City l’indagine sulla morte di Eric Zaun, il giocatore di beach volley precipitato dal 29esimo piano del Borgata Hotel Casino nel tardo pomeriggio del 13 giugno scorso. Anche se non ci sono ancora tutti i responsi delle analisi tossicologiche post mortem, il coroner e gli inquirenti sostengono di avere elementi a sufficienza per stabilire che si è trattato di suicidio. Eric si sarebbe coscientemente gettato dal balcone del suo appartamento in un momento di difficoltà. Gli inquirenti hanno convocato la famiglia e presentato il quadro generale delle indagini e hanno deciso di mantenere – così come richiesto dai familiari del giocatore – il massimo riserbo. Da alcuni compagni del tour è solo emerso che Zaun stava attraversando un momento difficile e che di tanto in tanto veniva colto da momenti di sconforto e di tristezza.
La cosa non era mai trapelata in campo e anche il suo compagno di squadra Avery Drost, pur avendo suo malgrado accettato la logica della morte volontaria, non riesce ancora ad accettare la cosa: “Continuo a pensare a Eric, a quanto fosse unico e straordinario come individuo e come giocatore – dice Drost, 32 anni – un essere umano meraviglioso quanto forse nemmeno lui poteva immaginare. Era un ragazzo creativo con un grande senso dell’immaginazione e uno spirito avventuroso indomabile. Amava viaggiare, vedere cose nuove, affrontare sfide sempre diverse. Aveva un’energia speciale e andava sempre fino in fondo alle cose spesso senza preoccuparsi delle conseguenze su se stesso o chi gli stava vicino. Nonostante lo conoscessi bene ho il rimpianto di non avere saputo guardare abbastanza dentro di lui per capire che cosa stava accadendo”.
“Aveva i suoi momenti difficili ma sapeva gestirli – dice ancora Drost – e non lasciava mai trapelare le cose; quando mi hanno chiamato e avvertito di ciò che era accaduto sono crollato, avrei voluto una sola occasione per poter rimediare alle cose”.
Eric Zaun nel circuito era conosciuto come “The Road Dog”, il randagio, un soprannome che gli fu appicciato proprio da Drost che era sposato e aveva una bimba cui Eric era legatissimo: “Mia figlia Blake adorava Eric – dice Alyson, la moglie di Avery Drost (nella foto a sinistra con in braccio la figlia Blake a fianco di Zaun) – quando giocavano lei faceva un gran tifo e spesso quando Eric segnava un bel punto lo dedicava a lei puntandole l’indice. Non più di due giorni fa Eric mi aveva chiesto di poter stare un po’ con Blake e l’aveva portata a giocare sulla sabbia. Erano tornati in albergo tutti sporchi che ridevano come dei matti”.
Eric Zaun, matricola dell’anno nel 2017 quando fece il suo esordio in AVP, non ha lasciato alcun messaggio social. Si parla di un messaggio al compagno e alla famiglia lasciato nella camera d’albergo ma la polizia non ha confermato né smentito rispettando la privacy e probabilmente anche la volontà del giocatore.
Drost ha sospeso la sua attività professionale fino a data da destinarsi.