MODENA – Mauro Berruto ricorda così Miguel Angel Falasca, suo avversario nella semifinale dell’Europeo 2007… Una notte magica, di lacrime, diverse, di rispetto, vero.
di Mauro Berruto
“A cosa stai pensando?” è la domanda che compare quando si scrive un post su questo social. Sto pensando al settembre del 2007, a Mosca, quando Finlandia e Spagna si trovarono incredibilmente l’una contro l’altra, in una semifinale al Campionato Europeo. Io, allenatore di una nazionale che sentivo più mia della mia stessa patria. Tu, in campo, cervello e cuore della tua Spagna. La vinceste voi quella partita. Tu, Rafa, Kike, Moltó, tuo fratello Guillermo e tanti altri uomini nel senso più ampio del termine, con Andrea in panchina. La vinceste voi, al tiebreak. Una manciata di punti di differenza. Noi piangevamo da una parte della rete, sconfitti, e vi guardavamo piangere di gioia, con quelle sensazioni che solo coloro che hanno avuto prima il coraggio di scendere in campo, poi la fortuna di vincere e, infine, il dono di perdere, conoscono bene. Prima e dopo, tante altre partite. Quante volte, Miguel. Quante. Ma quella sera di Mosca, era sempre lì, scritta a fuoco nella nostra storia. Adesso, incredibilmente, quella storia è finita e io sono qui a rileggere cento volte la notizia e cento volte a non credere ai miei occhi. Facciamo un mestiere in cui qualche volta si vince, molto più spesso si perde e impariamo a far fronte a entrambe le cose. Poi, forti della nostra inutile forza, noi maniaci dell’essere e del sentirsi pronti, una mattina scopriamo che ci sono cose davanti alle quali non possiamo che piangere e basta, senza la promessa di poterci riprovare.
Guardaci piangere, Miguel.
Abbiamo perso.
Ti abbiamo perso.
Adiós, Campione d’Europa, atleta, coach, uomo, padre.
È stato un onore essere sul tuo stesso taraflex.
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Il saluto di Andrea Anastasi, suo CT in quell’Europeo, chiuso con un bellissimo successo d’oro.