Di Redazione
Il processo di “ricollocamento” di Adriano Pucci Mossotti all’interno della Fipav è completato. Filtra infatti – nella consueta assenza di comunicazioni ufficiali – la notizia che l’ex presidente della Fipav Lombardia, dimessosi dalla carica lo scorso mese, sarebbe stato nominato consulente della Federazione per il “supporto relativo ad aspetti di comunicazione e marketing“.
Una nomina che suscita parecchi dubbi sotto vari aspetti, ma che politicamente fa quadrare il cerchio lasciato incompleto due anni fa, quando a Pucci Mossotti fu negata (con l’intervento decisivo del presidente CONI Malagò) la carica di direttore generale, non prevista dall’ordinamento federale. Ora il dirigente lombardo si ripresenta sotto altra veste, quella di consulente, ma probabilmente con compiti simili. Il tutto facendo seguito a una riorganizzazione interna che di fatto ha “svuotato” i ruoli legati appunto all’area comunicazione e aperto la strada a una consulenza esterna.
Ciò che è lascia perplessi sono le effettive competenze di Pucci Mossotti nel settore in questione. In carica come presidente regionale dal lontano 1996, il neo-consulente non si è mai occupato direttamente di comunicazione né ha dato prova di particolari conoscenze in merito, distinguendosi anzi per rapporti spesso burrascosi con la stampa e i media in generale.
Il programma elettorale di Cattaneo nel 2017 includeva come priorità del quadriennio “il miglioramento della comunicazione verso l’esterno, che verrà attuato affidandosi a strategie innovative ed efficaci in grado di promuovere il ‘prodotto’ volley e i suoi valori. Questo implica anche l’utilizzo di strumenti tecnologici adeguati, che consentano da un lato di interfacciarsi con un pubblico più giovane e aperto alle novità e, dall’altro, di raggiungere un target diverso da quello a cui tradizionalmente si è indirizzato il nostro sport“. Il nuovo consulente, remunerato dalla Federazione e quindi dalle società e dai tesserati (e anche sui costi di questa nuova figura, come è purtroppo consuetudine federale, non si hanno notizie), è davvero in grado di garantire un valore aggiunto in questo senso?
La sensazione è che l’attività di Pucci Mossotti – che, a quanto si dice, continuerà a lavorare in un nuovo ufficio al Centro Pavesi di Milano, di cui è anche amministratore delegato – sarà concentrata in realtà sul “marketing” in senso molto ristretto, ossia sulla definizione e il coordinamento di accordi commerciali con aziende sponsor e partner della Federazione. In sostanza il ruolo, di notevole responsabilità e peso economico, ricoperto fino a due anni fa dall’ex presidente federale Carlo Magri, che non a caso aveva sempre tenuto per sé la delega al marketing.
Un altro aspetto controverso della nomina riguarda il Comitato Regionale: eletto per un quadriennio alla guida della Lombardia nel 2017, Pucci Mossotti non ha mai esplicitato le sue intenzioni di dimettersi dalla carica, e nemmeno dopo aver annunciato le dimissioni ne ha mai chiarito le motivazioni. Un comportamento di certo ben poco trasparente nei confronti dei suoi elettori, che lo scorso 1° giugno sono dovuti tornare alle urne per eleggere il suo vice Piero Cezza.