in

Sassari – Milano 2-0: del gioco di squadra e dell’arte del tiro con l’arco

Mike James al tiro

Mike James al tiro

C’è un momento del terzo quarto di gara 2 in cui l’Olimpia Milano può chiudere il match e soprattutto riprendere in mano l’inerzia della serie, strappando a Sassari tutta la sua sfrontata sicurezza. Sull’81-67 Stefano Gentile penetra in area, ma anziché trovare il solito corridoio spalancato verso il ferro (copione di gara 1 lungamente rivisto anche nel bis al Forum) va a sbattere contro un muro di maglie rosse, perché l’Armani sta finalmente difendendo il suo pitturato. Si va così dall’altra parte ed ecco Mike James scoccare l’ennesimo dardo della serata: ne ha già rilasciati 6 che, finiti tutti a bersaglio, hanno tenuto in partita l’Armani nella prima parte e poi scavato il break della terza frazione insieme con le altre prodezze balistiche di Micov (21 finali) e Nunnally (17). Ma chi di tiro con l’arco ferisce, da oltre l’arco prima o poi perisce: la scommessa di James di infilare il +17 si infrange infatti contro la legge dei grandi numeri (quella che dice che prima o poi un errore arriva per tutti), Tarczewski commette il 4° fallo a rimbalzo offensivo… e gli uomini di Pozzecco quasi inconsciamente intuiscono che il loro essere squadra può ancora una volta fatturare più di quanto è di solito percentualmente concesso al talento individuale.

Da lì inizia la rimonta di Sassari, certo facilitata nell’ultima frazione regolare dall’harakiri dei lunghi milanesi con il 5° fallo del subentrato Burns a seguire di una manciata di secondi quello di Tarczewski (ma perché a quel punto non rigettare nella mischia Kuzminskas, anziché affidarsi sotto le plance al solo Brooks?) e dall’ingenuità di non commettere fallo sull’ultimo attacco sassarese, consentendo la tripla di Pierre che vale l’overtime. Nel quale viene definitivamente premiata la costante applicazione della squadra di coach Pozzecco, che questa volta può inizialmente contare anche su Cooley (13 punti, 9 rimbalzi) nell’attaccare l’area milanese, prima che Polonara (Mvp con 29 punti e 8/8 da sotto) e Thomas (14 punti, 17 rimbalzi) facciano il resto, coadiuvati dal perimetro da un utilitaristico Stefano Gentile (15 punti, con 5/8 al tiro e tanta regia d’esperienza) e da un Marco Spissu entrato a sua volta nella serie (10 punti, 4 assist e la tripla del 95-109 che chiude di fatto il discorso nel supplementare).

Dagli analisti di Legabasket arriva puntuale la nota che nelle 12 volte in cui la squadra con il fattore campo si è ritrovata sotto per 2-0 in una serie al meglio delle 5 partite, solo in un’occasione (Benetton Treviso contro Reggio Calabria nella stagione 2002-2003) l’esito della serie è stato ribaltato. Un’altra legge dei grandi numeri, che però l’Olimpia deve naturalmente provare a sfatare, spezzando la serie di 21 vittorie consecutive della Dinamo. Altra statistica “a rischio”, certo, ma sulla base della quale Sassari (eccezion fatta per Smith, davvero lontano da quello che prendeva per mano Cantù la scorsa stagione) ha ormai un’assoluta fiducia nel suo modo di stare in campo. Così per tornare al Forum l’Armani dovrà sapere ricompattarsi ancora di più di quanto avvenuto nella serie con Avellino, in cui (considerazione da fare) mancava James ma c’era Jerrells, sinora grande escluso di queste semifinali. Ma soprattutto c’era una squadra in cui la palla girava di più e la difesa si apriva di meno.

Paolo Corio
 

Fonte: http://feeds.pianetabasket.com/rss/


Tagcloud:

Next Generation Educational con A Better Basketball in Milano

Mugello, Schrotter centra la pole in Moto2