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Olimpiadi 2026, Cio promuove Milano-Cortina: soddisfa tutti i criteri. Malagò: “La nostra fiducia aumenta”

ROMA – “Gli elementi chiave per qualsiasi Olimpiade di successo includono un chiara visione allineata agli obiettivi di sviluppo a lungo termine, un solido piano di azione, un sostegno costante da parte di tutti i settori e la migliore esperienza possibile per gli atleti. Milano-Cortina soddisfa tutti questi criteri”. È quanto si legge sul report pubblicato oggi della commissione di valutazione del Cio sulla candidatura di Milano-Cortina alle Olimpiadi invernali del 2026.  “C’è estrema soddisfazione per la valutazione del Cio su Milano-Cortina -così il presidente del Coni, Giovanni Malagò -. Eravamo convinti, sicuri di aver fatto bene le cose, ma se fai un esame scritto devi aspettare i voti, la pagella: siamo molto soddisfatti. Se ora c’è maggiore fiducia per la scelta finale? Onestamente sì, ne avevamo prima e ora ne abbiamo ancora di più. Sto lavorando, anzi adesso torna in ufficio perchè spesso bisogna usufruire anche dei fusi orari”.
 
Svezia non dà garanzie nuove strutture“Gli elementi chiave per qualsiasi Olimpiade di successo includono un chiara visione allineata agli obiettivi di sviluppo a lungo termine, un solido piano di azione, un sostegno costante da parte di tutti i settori e la migliore esperienza possibile per gli atleti. Milano-Cortina soddisfa tutti questi criteri”. È quanto si legge sul report pubblicato oggi della commissione di valutazione del Cio sulla candidatura di Milano-Cortina alle Olimpiadi invernali del 2026. La candidatura “è guidata da Coni e gode di un forte sostegno unito a tutti i livelli, governo, settore privato e società civile, nonché una percentuale elevata di sostegno pubblico”. Bocciata Stoccolma-Aare: “Mentre sono state fornite lettere di intenti, sono ancora da presentare le garanzie vincolanti per le nuove strutture: il villaggio olimpico di Stoccolma, l’ovale per il pattinaggio di velocità e le sedi del biathlon e dello sci di fondo”. Alcune aree individuate dalla candidatura di Stoccolma-Are come sedi di gara possono comportare un rischio per l’ambiente. In particolare a preoccupare il Cio sono tre ‘venues’ ad Are, Falun e Sigulda per la loro vicinanza “ad aree naturali protette” e che “richiedono un’attenzione particolare per evitare un impatto ambientale”. Altre criticità sono state evidenziate per quanto riguarda Hamra, che dovrebbe ospitare le gare di biathlon e sci di fondo: “Lo sviluppo della sede di Hamra all’esterno di una vecchia cava – si legge ancora – potrebbe incontrare rischi legati alla contaminazione della terra e alla protezione della qualità dell’acqua”. Perplessità anche sui prezzi dei biglietti che, secondo il Cio, “appaiono elevati”: questo richiederebbe “un forte programma di comunicazione”. “Il comune di Stoccolma ha deciso di non firmare l’host city contract (il contratto come città ospitante, ndr), dichiarando di poter affittare le strutture sportive necessarie per i Giochi e di poter assicurare i servizi pubblici allo stesso livello e alle stesse condizioni di qualsiasi altro evento organizzato nei confini della città. Il contratto sarebbe dunque firmato dal comune di Aare e dal Comitato olimpico svedese”, altra bocciatura del Cio. La candidatura svedese viene affossata, molti punti negativi sono difficilmente rimediabili da qui ad un mese: già c’era scarso entusiasmo, figuriamoci adesso. Tempo fa sembrava che Stoccolma potesse ritirarsi, che succederà adesso? Il governo svedese potrebbe rivedere la sua posizione dopo questa incredibile bocciatura? Al Cio comunque conviene avere almeno due candidate.
Per Milano-Cortina invece sono elogi: “I Giochi olimpici e paralimpici invernali del 2026 rappresenterebbero una vetrina per il Nord Italia e presentano luoghi iconici e ambienti bellissimi che dal centro storico e dalle piazze di Milano raggiungono le vette e i villaggi di montagna delle Dolomiti”. L’esperienza di Milano-Cortina “garantirebbe un’esperienza indimenticabile per gli atleti”, continua il report. Bene anche il budget-ricavi ma fra gli aspetti negativi pesa la scarsa crescita economica del sistema Italia nei prossimi quattro anni, e questa non è certo una novità. Una nota meritano i contributi governativi, per i quali Milano-Cortina ha messo a budget circa 62,5 milioni di dollari, mentre Stoccolma-Aare alla stessa voce presenta uno zero.
Adesso inizia la volata finaleÈ quanto si legge sul report pubblicato oggi della commissione di valutazione del Cio sulla candidatura di Milano-Cortina alle Olimpiadi invernali del 2026. Adesso inizia la volata finale.La commissione Morariu ha espresso stamani il suo giudizio ad un mese esatto dalla decisione del Cio (report completo sul sito www.olympic.org) dopo le due visite, prima in Svezia e poi in Italia. L’ex rugbista romeno ha elogiato sia Milano-Cortina che Stoccolma-Aare: “Entrambi i progetti tengono conto della legacy e della sostenibilità rispettando in piena la volontà della Agenda 2020 e mettendo gli atleti al centro dei loro progetti”. I budget sono previsti del 75 per cento più bassi della candidate per i Giochi 2018 e 2022, altra cosa cui Bach e c. tengono molto di questi tempi. Entrambe le candidate inoltre utilizzano l’80 per cento degli impianti già esistenti, cosa assai apprezzata dal Cio.

Le scelte italiane sono piaciute molto alla commissione internazionale. La candidatura di Milano-Cortina alle Olimpiadi invernali del 2026 “è guidata da Coni e gode di un forte sostegno unito a tutti i livelli, governo, settore privato e società civile, nonché una percentuale elevata di sostegno pubblico”. La candidatura di Milano-Cortina, è ancora scritto, “è guidata dal Comitato olimpico italiano e ha il sostegno unificato del movimento sportivo italiano, del settore privato e delle amministrazioni nazionali, regionali e cittadine, fornendo solide basi per lo svolgimento dei Giochi”. “Tutte le parti coinvolte sono unite dietro la visione dei Giochi, che agiscono come uno stimolo a guidare lo sviluppo in tutto il Nord Italia e e le regioni alpine”, si legge ancora nel documento, nel quale viene anche evidenziato il supporto dello Stato. “Il governo del primo ministro Giuseppe Conte ha espresso il suo sostegno e fornito tutte le garanzie pertinenti in materia di sicurezza, dogana, immigrazione e altri servizi governativi per i Giochi. I governi regionali della Lombardia e del Veneto sono le forze guida dietro la candidatura e hanno fornito le garanzie finanziarie per la costruzione e il rinnovamento delle sedi di gara, lo svolgimento dei Giochi e i servizi pubblici. Lombardia e Veneto sono due delle regioni più ricche d’Italia, insieme rappresentano circa il 30% dell’economia italiana”. Insomma, promossi a pieni voti.

Non bisognerà sbagliare una mossaNon è il vangelo, anche se ovviamente fa piacere quando arrivano gli elogi del Cio. Il dossier italiano è forte, ben strutturato, low cost, fatto proprio tenendo conto di quello che vuole il Cio. Ma, attenzione. La corsa continua. Basta pensare che la commissione guidata da Thomas Bach, che diventò poi presidente del Cio, premiò il dossier di Roma rispetto a quello di Atene ma i Giochi estivi 2004 furono assegnati alla capitale della Grecia: ci sono sovente criteri che sfuggono alle previsioni. Pechino aveva il dossier migliore-almeno in base alla commissione di valutazione-rispetto a quello di Almaty, ma Pechino alla fine la spuntò solo per 4 voti (Olimpiadi invernali 2022), grazie all’appoggio dei membri Cio italiani. C’è da augurarsi che adesso i cinesi siano riconoscenti. Così come i membri Cio della Russia: si mosse addirittura Silvio Berlusconi che chiamò il suo amico Putin per garantirgli i voti italiani (e Sochi vinse). Insomma, contano, più che i dossier, le amicizie, il peso politico delle Nazioni, quello del Comitato olimpico nazionale. Serviranno, in giugno 44 voti (forse meno, qualcuno alla fine non si presenta mai). Il mondo del Cio è curioso e composito: chi pensa che Milano-Cortina abbiano già il successo assicurato commette un errore. Non bisognerà sbagliare una mossa, si dovrà anche sperare che Salvini non litighi con Macron e la Merkel, non chiuda i porti, con attachi l’Onu. E sarebbe anche il caso che qualcuno del nostro governo ci mettesse la faccia: il presidente del Brasile, Lula, fece il giro del mondo per portare voti a Rio 2016 (vinse, poi finì in galera, lui e tutti quelli del Comitato olimpico brasiliano, ma questo è un altro discorso).Tra un mese il votoA votare ci saranno fra un mese anche 8 fra regnanti e sceicchi. Eccoli: la principessa Nora di Liechstenstein; il principe Alberto di Monaco (di cognome fa Grimaldi); la principessa Anna di Inghilterra (imparentata coi Reali di Svezia); l’emiro del Qatar, Tamim Bin Amad Al Thani (ha molti business anche in Italia); il principe di Lussemburgo; il principe Frederik di Danimarca; il principe Feisal al Hussein di Giordania; il principe Jigyel Ugyen Wangchuck del Buthan, eletto nel 2018, nella stessa sessione di Malagò. Non potrà votare invece lo sceicco del Kuwait, Al Sabah, si è autosospeso, ma è buon amico del Coni e dicono che sposti una decina di preferenze, soprattutto in Asia. Insomma, fra principi e sceicchi la partita fra Italia-Svezia potrebbe finire alla pari, quattro voti a testa. Non sarebbe male, di questi tempi. Fra i membri Cio che voteranno in giugno non c’è nessuno della Grecia (curioso, è il Paese che ha inventato le Olimpiadi), di Portogallo, Polonia e Olanda. Essendo un testa a testa, fra due sole candidate, non contano le alleanze, i voti valgono doppio, e questo qualche apprensione in più la crea. La Francia ha 3 membri, la Germania uno (attento, Salvini…). Vota anche la signora Auvita Lapilla di Papua Nuova Guinea e la signora Baklai Temengil Paddler della Repubblica di Palau (21.000 abitanti, Oceano Pacifico), ex capitana della Nazionale di basket: entrambe col bob hanno ben poco a che fare. Vota anche Samira Asghari, Afghanistan, classe ’94, portiere di calcio e capitano della Nazionale di basket, il più giovane membro Cio. Fu eletta anche lei lo scorso anno nella sessione che portò al Cio, oltre a Malagò, anche il principe del Bhutan, Jgyel Ugyen Wangchuk. Non si sa per chi voteranno il principe e nemmeno la giovane afgana. Si spera che i due membri Usa stiano con Milano-Cortina, lo scorso anno il rappresentante americano bocciò Malagò (ma ora per fortuna è andato in pensione, l’americano, non Malagò…). Pare ci possa essere una percentuale di indecisi che al momento oscilla fra il 10 del 15 per cento, poi, altro problema, circa il 60 per cento dei votanti vengono da Paesi che non parteciperanno ai Giochi invernali. Insomma, tante variabili, come si vede.

Ce n’è anche una curiosa: quanto peseranno nella scelta le mogli dei membri Cio, almeno i più giovani ? Meglio andare a Cortina e fare shopping in via Montenapoleone a Milano oppure finire al gelo di Aare coi bagagli che si perdono in areoporto? Il 24 giugno è fra un mese: non si scherza. Malagò è stimato, il suo forte sono proprio le relazioni pubbliche (tranne col governo…), il suo staff è preparato, agguerrito. Ma la Svezia non ha mai avuto i Giochi invernali (l’Italia due volte), la Svezia ha Gunilla Lindberg che conosce bene i membri Cio e poi entrare nella testa di chi vota non sempre è una impresa facile. La storia (dello sport) è lì che insegna. Per questo, niente passi falsi, niente fuoco amico, poche parole e pancia a terra.


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/sport/rss2.0.xml


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