Passata qualche ora, la felicità per la salvezza è ancora tanta. Ma non impedisce di riavvolgere il nastro e ripercorrere il momento decisivo della stagione del Gruppo Stanchi Athena. Lo facciamo insieme al coach Corrado Innocenti. “All’inizio – ci dice – abbiamo fatto un po’ troppa fatica, c’era troppa fretta, ma è durata poco. Poi è cresciuta la nostra difesa e di conseguenza abbiamo trovato fiducia in attacco. Non abbiamo cambiato rispetto all’andata, Savona si è anche mossa meglio, ha girato di più il pallone sui pick&roll e sullo show difensivo, ma le ragazze sono state bravissime a ruotare, scalare e riaccoppiarsi. Non è un caso se spesso abbiamo costretto Savona a perdere palloni al limite dei 24 secondi, non riuscivano mai a trovare una buona soluzione di tiro. Ma devo fare tanti complimenti alle nostre giocatrici, sono state ancora più brave che in gara1. Se fai lo show difensivo ti ritrovi uno in meno, ma siamo riusciti ad adeguarci sempre bene e a tenere tutti i mismatch”.
All’inizio del quarto periodo c’è stata un po’ di paura?
Ci aspettavamo il loro ritorno. Erano spalle al muro, hanno una giocatrice molto forte come Penz, quando ha iniziato a far canestro si sono riavvicinate. Siamo comunque rimasti in controllo. Non c’è mai stata paura, anche quando non segnavamo abbiamo tenuto in difesa. Poi il canestro comunque viene. Abbiamo attaccato con la giusta pazienza, senza perdere mai la fiducia, a parte un po’ di fretta nei primi minuti. Ma quello ci può anche stare. La cosa importante è stata non aver mai smesso di difendere.
La squadra si è ritrovata nel momento più importante.
Sono usciti fuori i frutti del lavoro fatto in questo periodo. Insisto sulla difesa perché, difendendo bene, trovi anche una maggiore qualità offensiva.
Qual è stato il momento più difficile di questo periodo?
Abbiamo avuto una serie di sconfitte dopo le quali alzare la testa, soprattutto a livello mentale, non è semplice. Ma è uscito fuori il carattere delle ragazze, che hanno ribaltato una situazione che poteva farsi complicata. Abbiamo cambiato alcune cose a fine campionato. E’ giusto farlo, perché gli avversari ti conoscono. Poi ai play-out non abbiamo cambiato più nulla, anche con Fassi Albino, in gara1, non eravamo andati male e nell’ultimo quarto avevamo ripreso la gara.
A livello mentale cosa è cambiato?
Dopo aver vinto a Orvieto eravamo già dentro i play-out. Bisognava poi verificare il modo di affrontare queste partite da dentro o fuori. Un play-out è anche peggio di un play-off, perché non hai nulla di acquisito, devi guadagnarti la salvezza e non hai seconde possibilità. Però la squadra non si è mai data per vinta, anzi, credo che abbia acquisito una esperienza importante.
Cosa hai detto alle ragazze prima e dopo?
Dopo le partite non parlo mai. Lo farò al momento opportuno. Prima della partita ho solo ricordato loro che non avevamo fatto nulla, sì, avevamo ribaltato il fattore campo, ma bisognava scendere in campo come se si ricominciasse da zero. Con fiducia.
Cosa ti piacerebbe che rimanesse alle ragazze di questa esperienza?
Spero di aver lasciato loro qual è il modo di approcciarsi a certe partite, con professionalità, con lo spirito che serve in gare così. Aver acquisito queste cose fa parte di un bagaglio di esperienza che le ragazze si porteranno dietro. L’importante è essere consapevoli di aver dato tutto. Spero di aver dato il massimo. E spero che questo rimarrà anche a loro. Sanno che sono giocatrici da Serie A, se lo sono conquistato sul campo, non gliel’ha regalato nessuno. E si sono dimostrate una squadra vera. Tutte hanno dato il loro contributo, chi ha giocato tanto, chi meno, chi è rimasto in panchina.
A te cosa resterà?
E’ tutto ancora troppo fresco. Ringrazio la società per avermi dato questa opportunità. A partire dalla presidenza e dalla dirigenza. Edoardo Stanchi ci ha sempre creduto, l’ho sempre sentito vicino, ha incitato le ragazze anche quando le cose andavano male. Ringrazio per la collaborazione anche Mauro Casadio, la fisioterapista Irene Munari che mi hanno supportato in questo ultimo periodo, le ragazze anche perché senza di loro non sarebbe stato possibile questo risultato.
Ringrazio anche Francesco Goccia, con cui ho condiviso i primi 4 mesi e tutti coloro che mi hanno aiutato. E’ stato un risultato di squadra in ogni senso