Un’altra pietra fondamentale nel suo curriculum, la quinta corsa monumento, la prima Roubaix, da aggiungere a due Lombardia, una Liegi e un Fiandre. A Philippe Gilbert manca solo la Sanremo per essere, almeno nelle statistiche, come Merckx, De Vlaeminck e Van Looy, capaci di vincerle tutte. Nel velodromo più famoso del ciclismo batte in volata il tedesco Politt, uno dei nomi nuovi per le classiche, in un giorno che riporta il ciclismo alla vecchia generazione, quasi una restaurazione.
Gilbert compirà 37 anni il prossimo luglio. Corsa dura, come sempre, ventosa e polverosa, con Peter Sagan, primo un anno fa, che si spegne, dopo una corsa di testa con Gilbert, col campione belga Lampaert, con l’ex campione del mondo di ciclocross Van aert e con Vanmarcke, a poco meno di 15 chilometri dall’arrivo. Gilbert è l’unico con un compagno, Lampaert, che tuttavia, sembra correre più per sé che per la squadra. Ma a Roubaix arriva chi ha gambe, testa, tattica, classe, esperienza e naturalmente fortuna, per evitare forature o cadute nei momenti decisivi.
E’ l’identikit di Gilbert, 75 vittorie in totale, campione del mondo nel 2012 e 4 Amstel da aggiungere ai 5 monumenti. Lampaert, chiude al terzo posto, Vanmarcke è quarto, Sagan quinto. Il primo degli italiani, la settimana dopo il successo al Fiandre di Bettiol, assente sulle pietre della Roubaix, è Ballerini, trentesimo. Nome che ci riporta al grande Franco, nessuna parentela, e Davide è lombardo, non toscano. Che nostalgia…