Chissà se Enes Kanter pensava a una seconda parte di stagione di riscatto quando a dicembre perdeva tutte le partite con la maglia dei Knicks senza nemmeno essere schierato in campo… E la domanda che tutti si pongono dopo una progressione di prestazioni con i Traiblazers, sfociata ieri nella sontuosa gara 1 playoff contro OKC, è: Come hanno fatto i Knicks a lasciare Enes Kanter in panchina per mesi?
Il centro turco (in esilio) è stato fra l’altro catapultato in prima linea dopo l’infortunio gravissimo che ha posto fine alla stagione del titolare Jusuf Nurkic e che aveva fatto temere un finale di stagione in calando per Portland, che invece ieri sera ha vinto la sua prima partita di playoff dal 2016!
“Ero nella peggior squadra della NBA, e non giocavo nemmeno perché sentivo dire che ero troppo vecchio”, ha detto l’ex paria di New York di appena 26 anni in sala stampa al Moda Center . “La situazione e tutto ciò che mi circondava era così frustrante perché volevo solo giocare e vincere. Due giorni fa, mi sono guardato allo specchio e mi sono detto: “Amico, sei fortunato ad avere un incredibile franchising con incredibili compagni di squadra che si fidano di te. È davvero una bella sensazione, ed è davvero una possibilità.”
Per Kanter è nella simbiosi con i compagni il segreto della riuscita: “Penso che per noi la difesa sia solo una questione di comunicazione. Ho scoperto di aver comunicato bene sul pick-and-roll e ci siamo fidati l’uno dell’altro. So che ogni volta che vengo sconfitto, i miei compagni di squadra saranno dietro di me. E viceversa.”