Sono arrivati i playoff meno previsti nella storia degli ultimi venti anni degli Spurs, in mezzo a una rivoluzione che li ha visti senza alcuno dei giocatori che la fecero grande con cinque titoli. Marco Belinelli è rientrato dopo l’ultimo titolo vinto per aiutare Popovich, e adesso traccia le linee della sua stagione con Cosimo Cito de La Repubblica.
Dunque, alla fine è arrivata Denver: che serie sarà, Belinelli?
“Non facile: sono una squadra con tanto talento, giovane e hanno tante risorse. Il serbo Jokic è la loro stella e hanno una panchina lunga. Meglio trovare loro ovviamente rispetto a Golden State, che secondo è la squadra più forte. Noi di sicuro abbiamo qualcosa in più dal punto di vista dell’esperienza”.
Che effetto fa aver evitato Golden State e Houston per differenza canestri?
“Se tutto dovesse andare bene, Golden State la beccheremmo solo in finale di Conference, e questo ovviamente cambia le nostre prospettive. Per Denver è la prima volta ai play-off, c’è una bella differenza. Ma di sicuro Popovich non è stato sveglio per vedere quale avversaria ci capitava. Ripeto: sento che molto dipenderà da noi”
Cosa cambia in concreto nei play-off?
“È un gioco più cattivo, gli arbitri fanno giocare di più, anche in modo fisico, e questo ti riempie di tensione ma anche di carica. Ogni azione è importante, tutto quel che fai è super-importante. Ottantadue partite sono un lunghissimo aperitivo, ma poi tutti, tra quelli che riescono ad arrivarci, sono contenti di iniziare la post-season”.
Jokic, la stella di Denver, potrebbe ritrovarselo contro ai prossimi Mondiali in maglia azzurra. Il presidente federale Petrucci è certissimo della sua presenza e di quella di Gallinari. Può confermare?
“Ho parlato con Petrucci due, tre giorni dopo la qualificazione, ho anche sentito Sacchetti e ho visto tutte le partite di quaificazione degli azzurri. Ho anche parlato con Gallinari, siamo carichissimi, vogliamo tornare a giocare questa grandissima competizione con la maglia dell’Italia. Ci saremo”.
Davide Moretti può fare una carriera Nba di alto livello, simile alla sua?
“L’ho seguito durante la stagione e durante la Final Four. So del talento che ha, molte persone ne parlano bene spero possa esserci un futuro brillante per lui. Ho notato che nelle situazioni sotto pressione non ha paura. È una dote che non tutti hanno”.