Dalla gioa per la qualificazione alla Final Four di Champions League con la bella reazione della squadra al cruccio per un PalaDozza troppo piccolo per la dimensione internazionale che si vuole dare la Virtus Bologna, ecco il Luca Baraldi pensiero raccolto da Luca Aquino del Corriere di Bologna.
Squadra. «La squadra ha dato la risposta che speravamo. Dopo la sconfitta di Sassari c’era preoccupazione, ma allo stesso tempo sapevamo chi è la nostra guida tecnica e di cosa sono capaci i nostri giocatori. Abbiamo fatto degli scivoloni, è vero, ma siamo anche quelli che hanno battuto Milano alla Final Eight di Coppa Italia. Va detto bravo a chi ha lavorato con la squadra, da Djordjevic e il suo staff a Paolo Ronci, che dopo Sassari hanno dedicato poche ore al sonno e molte al lavoro per fornire la motivazioni giuste ai nostri giocatori. Poi c’è stata una gradita sorpresa».
Tifosi. «L’apporto così determinato e determinante dei nostri tifosi. Ci sono stati al fianco tutta la stagione, mercoledì mi ha impressionato la forza, il calore e la determinazione con la quale ci hanno spinto a ondate durante la partita. Se siamo alla Final Four un pezzo di merito lo hanno sicuramente loro».
PalaDozza. «In Italia, fuori da Bologna, lo escludo. Il PalaDozza è l’unica struttura disponibile in città, ma non ha una capienza idonea».
Impianto. «Stiamo mettendo a nudo un nervo scoperto che ha un impatto non positivo sui conti di una società. La Unipol Arena è un contenitore di eventi di livello internazionale e ha giustamente molte date occupate. Un palazzo da 5 mila posti poteva andare bene una volta, il PalaDozza è una bomboniera e un gioiello unico, una forza per la Virtus ma anche un limite. Il mondo del basket basa i propri ricavi su due fonti: sponsor e botteghino. Non esistono diritti tv o valore del cartellino come nel calcio. Il contenitore è quindi fondamentale per sviluppare ricavi, l’assenza è in prospettiva un grosso limite per lo sviluppo del basket ad altissimo livello».
Nuovo impianto. «Abbiamo girato tutta Europa e visto palasport da 8 a 15 mila posti. È un tema sul quale Bologna deve confrontarsi, noi stiamo già sostenendo la società sportiva. Come abbiamo sempre detto, in prospettiva la possibilità di un nuovo contenitore è presa in considerazione, ma oggi è un’ipotesi molto in divenire». Lo costruireste voi? «Noi non facciamo i costruttori, noi facciamo caffè. Se trovassimo partnership importanti potremmo anche noi esserne coinvolti, ma non come soggetti trainanti o leader>.