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Rune, quando la parola “ordine” diventa necessaria

In una disciplina complessa come il tennis l’ordine è più di una necessità. Puoi avere un braccio fatato che ti permette di dare del tu alla palla e creare meraviglie di tocco, oppure spingere come un forsennato grazie a grande potenza e/o geometrie in progressione, ma senza condurre il proprio gioco con ordine e un briciolo di visione tattica relativa al contesto e all’avversario, la vittoria resta merce rara. Chissà che Holger Rune, dopo aver ingoiato una discreta quantità di fiele e assorbito pesanti carichi di frustrazione, in quel di Indian Wells non abbia finalmente rimboccato una strada una meno spericolata, trovando in campo quella disciplina e ordine che nel suo tennis sono mancati clamorosamente per mesi e mesi, facendolo scivolare in un limbo scomodissimo. La prestazione del danese contro un rinato Tsitsipas in California ha convinto assai. Vero che Holger aveva vinto tutti i precedenti (adesso è 4-0), a conferma che il gioco del greco va a sbattere contro il muro del nordico, ma la partita di ieri a Indian Wells ha fornito indicazioni piuttosto interessanti.

“Penso che sia stata una partita estremamente buona da parte mia dall’inizio alla fine”, ha detto un raggiante Rune dopo la vittoria. “Sono rimasto molto focalizzato sul mio piano di gioco e mentalmente ho tenuto davvero bene. Sono rimasto concentrato tutto il tempo pensando solo a cosa era giusto fare con i miei colpi. Sicuramente ho servito meglio rispetto ai miei match precedenti e anche di diritto ho colpito in maniera migliore. Penso che il mio avvio concreto e offensivo abbia fatto la differenza. Stef è tornato in gran forma, è giusto dirlo. È stata una bella battaglia. Alla vigilia della partita mi sono allenato con attenzione su alcuni dettagli e direi che è stato molto importante per l’incontro odierno”. Anche il tenore di queste poche parole confermano un Holger bello centrato, misurato e preciso. Troppe volte nel recente passato le sue dichiarazioni, sia dopo pesanti sconfitte o anche discrete vittorie, hanno lasciato perplessità perché si aggrappavano a scuse, a frasi fatte senza alcuna profondità di analisi o relative alle dinamiche di gioco, rasentando la strafottenza. Ha carattere, è un tipo tosto Holger, e questo può essere un grande punto di forza a patto di imbrigliare tutta quest’energia in una spinta positiva, poiché quando non ci riesci le detonazioni diventano autodistruttive. Lui ne sa qualcosa… e forse ha iniziato a farne tesoro.

I 22 colpi vincenti della vittoria vs. Tsitsipas sono un dato molto positivo, come il discreto rendimento al servizio, ma l’aspetto più interessante della prestazione di Rune è stata l’attitudine aggressiva e allo stesso tempo misurata del suo tennis. Un gioco offensivo, in grande spinta come è nel suo DNA, ma senza esagerare, senza perdersi nel furore, cercando una costruzione pro-attiva, dinamica e ordinata. Con la terrificante potenza che ha nelle gambe e nel braccio, Holger può davvero spaccare la palla ma troppe volte ha esagerato alla ricerca di soluzioni a bassissima percentuale; allo stesso tempo queste sfuriate gli hanno fatto perdere un filo logico, diventando un continuo up and down di pallate e poi momenti di attesa in cui diventava passivo e si perdeva in atteggiamenti negativi, con quel sorriso beffardo a peggiorare un quadro sportivamente nefasto. Ieri vs. Tsitsipas niente di tutto ciò, solo un tennista concreto, fortissimo di gamba e pronto a spingere la palla con lucida tensione, creandosi lo spazio sul campo per l’affondo vincente e portando il rivale in territori scomodi. Una gran bella prestazione, figlia di una buona forma fisica e mentale. Poi ha regalato al pubblico anche uno straordinario colpo sotto le gambe che già si candida come uno dei punti dell’anno…

Ovviamente una rondine non fa primvera e la partita di quarti di finale contro Griekspoor sarà un bel test per confermare le ottime sensazioni e la sua predisposizione a giocare un tennis più continuo e razionale. Tallon sarà l’avversario perfetto: a sua volta l’olandese è uno che ama spingere e comandare, quindi sarà molto interessante vedere come Holger affronterà il match e se resterà altrettanto focalizzato e ordinato nei momenti in cui l’olandese spingerà a tutta. Il rischio di andare fuori giri per Rune è sempre concreto e questo è sempre stato un suo limite: cercare di dominare a tutti i costi il ritmo, sparacchiando, perdendo focus, innervosendosi e smarrendo lucidità. Serve ordine per gestire la complessità, di gioco ed emotiva. 

“La mia classifica rispetto al 2023? È peggiorata, ma ho imparato la lezione. Nulla accade per caso, penso che ogni tennista abbia il ranking che merita, e questo vale anche per me. Per salire in classifica servono i risultati ma anche migliorare continuamente il proprio gioco, trovare continuità. In questo torneo, per esempio, a livello di attitudine ho già fatto passi in avanti e questo si riflette sui risultati e sul gioco, un tennis più continuo. Non credo di essere un giocatore peggiore rispetto a due anni fa, anzi credo proprio sia il contrario. Mi sento migliorato”. Parole importanti, di un classe 2003 che ha tutto quel che serve – fisico, colpi, carattere – per duellare ad armi pari contro Sinner e Alcaraz. A patto di giocare in modo lucido e ordinato.

Marco Mazzoni


Fonte: http://feed.livetennis.it/livetennis/


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