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Paolini torna a sorridere: “Ho ritrovato la fiducia. Sinner al n.1 ci dà grande motivazione”

Sorridere per certe persone è molto più di un semplice momento di leggerezza e benessere, è una necessità. È qualcosa di indispensabile per tirare fuori il meglio di te stesso, altrimenti la pesantezza d’animo diventa un macigno insostenibile che fiacca spirito e gambe, rendendo impossibile performare al massimo. Jasmine Paolini rientra a pieno in questa categoria. L’abbiamo visto nel suo 2024 magico quando, sospinta da una condizione atletica straripante e voglia di divertirsi facendo quel che ama più di ogni altra cosa, ha condotto una stagione pazzesca, probabilmente la migliore di sempre per una tennista italiana o molto vicina a quelle di Schiavone e Pennetta coronate con un titolo Slam. Paolini è energia che si autoalimenta con la naturalezza di chi ogni giorno sorprende se stesso perché sente di riuscire a dare il proprio meglio abbinando qualità tecniche a potenza e vigore, e godendo di questo stato di “flow” positivo cavalca l’attimo, i punti, i set e vince gli incontri, andando oltre limiti solo immaginari poiché quasi sempre vengono imposti da altri. Jasmine sorride perché intuisce la bellezza di quel che sta vivendo: il privilegio di calcare i campi più belli del mondo, e riesce a divertirsi pur nella durezza di una competizione feroce. Solo così il diritto diventa carico di dinamite, il rovescio è preciso e ficcante, gli schemi passano da difesa ad attacco con due caviglie che scattano con la stessa potenza di un razzo destinato nello spazio. Solo con questa voglia matta di vivere e sorridere si può fare quello che fa Jasmine.

Era abbastanza scontato che ripartire nel 2025 sarebbe stato più complesso, e così è stato. Meno vittorie, qualche incertezza e soprattutto quei sorrisi radiosi si erano diradati, aprendo il fianco a una tensione difficile da superare. Il peso delle aspettative, la difficoltà di confermarsi, due nemici insidiosissimi. Per questo il torneo di Miami è un passaggio fondamentale per Paolini. Non solo riporta la nostra campionessa tra le migliori quattro di un WTA 1000, a sfidare Sabalenka, ma restituisce a tutti e in primis a lei quella forza e leggerezza che esterna in sorrisi ampi, profondi. Bellissimi. Jasmine si è fatta largo nel torneo tornando a giocare con potenza e intensità, rapida nel colpire la palla quanto nella lettura delle situazioni di gioco. Non ha più subito le iniziative delle avversarie, come in recenti sconfitte, ma è andata a prendersi il campo con quel vigore e scioltezza che l’hanno issata a una manciata di game da vincere Wimbledon la scorsa estate. Il servizio è tornato a sostenere la sua spinta, ma è soprattutto l’attitudine ad essere tornata vincente, che siano le pallate da Osaka da contenere o le palle più scomode di una Linette non cambia: comando io, vario colpi e rotazioni, gestisco io il punto. E me lo prendo. Con un grande sorriso che esterna tutta la gioia per riuscire a realizzare con il gioco la miglior versione di se stessa. Una soddisfazione che lucchese non nasconde nelle parole pronunciate dopo la vittoria sulla polacca nei quarti di Miami.

“È stato difficile, abbiamo dovuto aspettare per tanto tempo negli spogliatoi prima di scendere in campo. L’attesa è stata lunga” racconta Paolini. “Sono molto contenta per questa vittoria: l’ultima volta l’avevo affrontata a Pechino e avevo perso malamente. Lei gioca bene e spinge tanto, per questo sono molto soddisfatta della mia gestione della partita. Durante l’attesa mi sono confrontata con il mio team, ho mangiato qualcosa, ho scherzato un po’ con loro: insomma ho cercato di stemperare la tensione”.

Si torna al punto di partenza dell’analisi: stemperare la tensione, vedere con lucidità il contesto e la bellezza del ritrovarsi a giocare con una avversaria tosta una partita molto importante, e quindi scendere in campo a giocare pensando a divertirsi, non alle paure più disparate. Così Paolini c’è, è leggera e potente, e il suo tennis diventa poderoso.

“Per me è stata una giornata fantastica, mi sono divertita molto in campo e sono felice di aver vinto: il giorno perfetto” racconta Jasmine. “Spesso mi sono ritrovata ad affrontare delle palle break, dopo essere stata avanti 30-0. Il fatto è che su questi campi così rapidi conta servire bene, ma anche essere consistenti nel palleggio. È quello che ho cercato di fare, quando mi sono trovata in difficoltà. Quest’anno non penso di aver giocato così male, fin qui, ma di certo non ho ottenuto dei grandi risultati. In realtà però ho spesso perso contro avversarie di qualità. Mi sono sempre ripetuta che ero lì, non ero distante dalle migliori. Avevo solo bisogno di un po’ di fiducia, che forse è arrivata proprio in questo torneo di Miami”.

Due parole sul momento del tennis italiano: “Avere un numero 1 del mondo come Jannik Sinner aiuta molto la visibilità del tennis italiano, lui è incredibile e ci dà grande motivazione. Ma in generale siamo una squadra. Ci spingiamo a vicenda quando vediamo che qualcuno può fare un grande risultato, tanto che anche gli altri ci credono e i risultati arrivano. Ormai siamo davvero tanti… scherzavamo su questo, con Lorenzo e Matteo, ma la sensazione è davvero molto piacevole. Abbiamo modo anche di parlare delle nostre vite, fuori dal campo: quando stavo aspettando di scendere in campo ho visto Lorenzo e gli ho chiesto di Ludovico, suo figlio: quel bambino è fantastico”.

“Siamo in semifinale, quindi è bello giocare questo tipo di partite. Mi ritengo fortunata a giocare questo tipo di partite. Spero di fare una buona prestazione e di godermi la partita, perché per me è importante”. Di nuovo: godermi la partita. Mi ritengo fortunata. È bello giocare… Queste sono le parole che racchiudono l’essenza di Jasmine, la sua differenza. Fare quel che ama con l’animo di chi vive ogni giorno come un dono, e questo la porta a dare il meglio. Leggerezza, sorriso, voglia di vincere. Forse non ci rendiamo conto di che dono abbiamo ricevuto trovando una persona come Jasmine nel nostro sport.

Marco Mazzoni


Fonte: http://feed.livetennis.it/livetennis/


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