Eccolo l’ultimo allenamento. Prima di una sfida che farà il giro del mondo e può rappresentare lo spot migliore per lo sport italiano. Anche perchè Sinner è il n.1 che tutti vorrebbero e perchè Berrettini è stato e rimane l’unico italiano in grado di arrivare tre anni fa in finale in questo torneo giunto alla 137esima edizione. C’è un unico precedente tra i due, a Toronto, un anno fa. Berrettini veniva da un infortunio e perse in due set.
Stavolta il palcoscenico è molto più nobile. Nel torneo più prestigioso al mondo tocca a loro rappresentare l’Italia nel Tempio Sacro del Campo Centrale di Wimbledon. Jannik ci arriva dopo tre sole sconfitte finora in un 2024 trionfale, compreso il primo Slam vinto in Australia. Nell’ultimo allenamento ha curato alcuni dettagli tecnici dopo l’esordio vinto in 4 set con Hanfmann. Ha cercato un timing sul diritto con una postura più bassa. Ha provato un impatto più avanzato. Poi ha calibrato la reattività sulla risposta visto il servizio devastante sull’erba di Matteo. Elementi tecnici ai quali dall’altra parte Berrettini ha aggiunto soluzioni più morbide in back dalla parte del rovescio. Perché sul piano tattico alternerà la potenza del suo micidiale uno-due servizio-diritto, con la capacità di variare il palleggio con le soluzioni slice.
Un’adattabilità sui prati che lo ha portato a vincere più match di tutti sull’erba negli ultimi 4 anni. Per questo si preannuncia una partita equilibrata che vale moltissimo per entrambi. Un match intrigante e onirico. Tra due giganti. Ma anche una sfida tra due amici. Sempre vicini, anche quando ci sono stati i momenti più delicati della loro carriera. Sarà un match da brividi. Adrenalina pura e l’orgoglio di vedere sul centrale la faccia migliore dello sport italiano.