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Sinner: “La pressione non spaventa. Obiettivo numero 1, ma un passo alla volta”

A 20 anni sei stato un grande manager di te stesso: ha cambiato anche coach, come la spieghi?

“La mia vita di adesso è fatta di situazioni. Adesso sta andando bene, ma c’è stato un ‘però’ nella mia testa. Ho fatto una scelta che sembrava folle, ma volevo conoscere un altro metodo di lavoro. Non era scontato fosse giusto, magari sarei stato più forte restando dove ero. Ho persone che mi aiutano, ma scelgo io. E’ come andare a fare la spesa. E’ stata una scelta difficile cambiare team: il mio non deve essere il migliore, ma deve andare d’accordo”


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