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Feliciano Lopez (direttore delle Finali di Davis Cup): “Troppi cambiamenti confondono gli appassionati, ma gli incontri casa/trasferta sono l’essenza della competizione”

Feliciano Lopez lo scorso anno ha appeso la racchetta al chiodo e si è dedicato completamente all’organizzazione di eventi tennisti di massimo livello. Dopo esser stato direttore del Masters 1000 di Madrid, è passato alle finali di Davis Cup, esperienza che ripoterà anche quest’anno dopo esser stato al timone del girone di Valencia. Conosce come pochi l’evento, sia per averlo giocato – e vinto – da tennista, che con una certa esperienza a livello di gestione. Per questo l’intervista che ha rilasciato al quotidiano AS sul presente e futuro della Coppa Davis è molto interessante. Parlando col collega Jaime Davila si è praticamente lasciato scappare che di sicuro dal 2025 torneranno almeno in parte gli incontri col formato storico casa/trasferta, che tanto mancano agli appassionati e che, a suo dire, restano l’essenza della competizione. Tuttavia altre modifiche sono sul tavolo, e alcune decisioni verranno prese in questi giorni e comunicate a breve. L’ITF ha ripreso in mano la gestione della Davis Cup in fretta e furia, dopo il clamoroso divorzio con pesanti code legali con la società Kosmos di Pique, quindi fu annunciato per l’anno 2024 non c’erano i tempi tecnici per effettuare cambiamenti. La situazione invece è in piena evoluzione per il prossimo futuro, già dall’edizione 2025, che probabilmente vedrà ancora la final 8 ma forse non a Malaga, si parla di Valencia, della Cina o di un’altra sede in Europa. Per Lopez la Davis meriterebbe più spazio, ma visto quando è affollato il calendario è utopia pensare che si possa trovare una data perfetta, che spinga tutti i migliori a giocare. Riportiamo alcuni passaggi dell’interessante intervista di Lopez.

“Il bilancio dell’attuale Davis è positivo, ma in futuro si potranno cambiare varie cose, format, dove si giocherà… un po’ cercando di stabilire qualcosa che rimanga nel tempo” afferma Lopez. “Dopo tutto il tempo con l’antico formato, e dopo tutti i cambiamenti recenti, ora stiamo lavorando su questo, per rendere la competizione un progetto duraturo, in modo che la gente capisca com’è veramente il format e soprattutto che non ci sono tanti cambiamenti ulteriori, perché i cambiamenti alla fine disorientano e confondono le persone dall’evento. Stiamo cercando di stabilire un formato che duri nel tempo. La gente è contenta delle finali in sede unica e vedremo le partite in casa e in trasferta (playoff in casa e fuori casa) se si può aggiungere qualcos’altro l’anno prossimo, ci stiamo lavorando. Stiamo esaminando diverse opzioni per vedere quale è la migliore.

In passato Feliciano ha affermato che non esiste un formato perfetto. Ci si sta avvicinando? “Vediamo… i cambiamenti sono stati molto drastici e poi ce ne sono stati anche tanti. Non solo c’è stato un grande cambiamento quando Kosmos ha iniziato nel 2019, ma ci sono stati diversi cambiamenti in seguito. Ciò genera molta incertezza nelle persone. Alla fine si possono apprezzare i cambiamenti, ma devono avere un po’ di senso e devono essere supportati da qualcosa che funziona. Se ci sono così tanti cambiamenti, alla fine le persone si confondono. Da fan, adoravo il vecchio formato; per me l’essenza della competizione era giocare in casa con la propria gente, scegliere il tipo di superficie e tutto il resto. Per me era bellissimo. Capisco che, nel calendario attuale, giocare quattro turni di qualificazione in questo modo fosse impossibile. Quindi ora siamo in quel processo. Personalmente mi piacciono le finali. Penso che stiano guadagnando importanza, sono le otto migliori nazioni che giocano in pochi giorni in una città. Mi piace, e l’anno prossimo stiamo valutando di aggiungere un po’ più di partite in casa e in trasferta, il vecchio formato, giocando un po’ di più con il vecchio formato fino a raggiungere le finali. Ci sono ancora tante cose nell’aria ed è una delle possibilità che stiamo valutando, ma nulla è ancora deciso”.

A Valencia si spinge proprio perché la Finale 8 si svolga qui, alla Roig Arena, dal 2025. “Il processo è ancora aperto, ci sono diverse città che si sono candidate” continua Lopez. “Valencia è una di queste e penso che le cose stiano andando bene, c’è molto interesse. Sono venuto alla presentazione della fase a gironi e il sindaco lo ha detto pubblicamente. Anche la Roig Arena sembra essere all’altezza del compito. Ovviamente ci sono tantissime cose da chiudere, sicuramente avranno chiuso concorsi o concerti…. L’ideale sarebbe che prima di Malaga venga annunciata la città che ospiterà le Finali dal 2025”.

Si parla con insistenza della Cina come candidato preferito dell’ITF, questa la voce che le nostre fonti hanno raccolto. Lopez su questo resta possibilista: “Cina sì, Arabia Saudita, per quanto ne so, no. La Cina infatti ha mostrato un forte interesse, infatti la fase a gironi si è giocata in Cina (a Zhuhai) e penso che siano interessati anche ad ospitare le Finali. L’Arabia Saudita è molto interessata a continuare a collaborare con l’ATP e la WTA. Quest’anno giocheranno lì le WTA Finals, anche la questione del decimo Masters 1.000 è nell’aria e credo che alla fine sarà qualcosa che riusciranno a raggiungere, le NextGen Finals sono ancora lì”.

La fase a gironi si è svolta anche quest’anno subito dopo US Open. Una settimana a dir poco infelice… Lopez la pensa così: “È difficile, storicamente la Coppa Davis è sempre stata uno sforzo in più che i giocatori devono fare per rappresentare il proprio Paese. La Coppa Davis non cade quasi mai in un periodo dell’anno in cui tutti vogliono giocare. La Davis dovrà essere aggiunta in base al calendario esistente. Questa fase a gironi si gioca dopo gli US Open e abbiamo avuto assenze significative, come il campione degli US Open, Jannik Sinner, abbiamo avuto alcune sconfitte anche da parte degli americani, l’anno scorso qui abbiamo perso Carlos… Ma non possiamo cercare una data nel calendario che porti tutti i migliori a giocare con certezza perché non accadrà. Non succedeva prima con il vecchio formato, quando ho iniziato a giocare, né succederà in futuro. I tornei di tennis ne sono consapevoli, tieni presente che il calendario è quello che è e che i giocatori a volte danno la priorità e decidono di giocare qua o là in base a ciò che ritengono andrà meglio per loro. E così continuerà ad essere nel mondo del tennis, sia in Coppa Davis che in circuito. Ci sono degli obblighi che devi rispettare, ma anche noi a Madrid abbiamo avuto anni in cui non abbiamo avuto Djokovic, non abbiamo avuto Sinner… potrei dirti mille nomi. E questo fa parte della vita del tennis. Trovo difficile trovare una data su cui tutti siano d’accordo”.

È un intervista molto significativa, che lancia quelle che dovrebbero essere le novità per il 2025, un primo ritorno alle sfide casa-trasferta quasi sicuramente al posto della fasi a gironi di settembre, davvero mal collocata in calendario. Tuttavia Lopez sembra “tombale” nell’affermare che la cara vecchia Davis continuerà a dover rincorrere il calendario e i miseri spazi possibili, senza la possibilità di tornare davvero centrale nella stagione. Parole che confermano come in realtà l’interesse di ATP e giocatori sia sul tour stagionale, e che l’idea di rilanciare per davvero la competizione a squadra sia assai marginale.

Marco Mazzoni


Fonte: http://feed.livetennis.it/livetennis/


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