Due Slam e la sensazione di esser totalmente ingiocabile in molte partite, eppure per il suo coach ha ancora un enorme potenziale inespresso e il più bello deve ancora venire. Il 2024 di Aryna Sabalenka sta per terminare come la sua miglior stagione in carriera, ma Anton Dubrov, che allena la bielorussa del 2020, è sicuro che quest’annata abbia costruito le basi per successi ancor più importanti e duraturi. Ne ha parlato in un’intervista al media The National, nel quale si è soffermato in particolare sul recente titolo a US Open, un vero capolavoro per il coach.
“Vincere US Open significa molto perché abbiamo già attraversato momenti piuttosto difficili, soprattutto a luglio quando si è infortunata prima di Wimbledon. Ed è stato il periodo in cui avevamo qualche dubbio su cosa avremmo fatto dopo, perché avevamo anche da superare mentalmente la sconfitta dell’anno scorso e altre sconfitte dure nel torneo”.
Aryna aveva una sorta di conto aperto con il torneo di New York. Potenzialmente campo rapido e rimbalzo alto erano le condizioni a lei più favorevoli per esplodere la sua enorme potenza, ma ancora non era riuscita a trionfare. Dopo aver perso nelle semifinali a US Open nel 2021 e nel 2022, Sabalenka è uscita sconfitta nella finale del 2023 contro beniamina di casa Coco Gauff, brava a ribaltare un svantaggio, ma con la bielorussa a un certo punto incapace di trovare una reazione credibile. Quest’anno si è ritrovata in finale Pegula, altra tennista statunitense, quindi una situazione non molto diversa. Di fronte a uno stadio pieno di celebrità che per lo più tifavano contro di lei, Sabalenka non ha vacillato come aveva fatto un anno prima. È stata brava a “bloccare il rumore e a giocare un tennis grandioso in alcuni grandi momenti”, parola di Jessica dopo la sconfitta.
“Aryna è stata grandiosa. Ha rispettato il piano, si è fidata del processo, si è fidata delle cose di cui parlavamo ogni giorno ed è stata abbastanza coraggiosa da farle quando era sotto una pressione enorme”, continua Dubrov. “Giocare di nuovo una finale contro un’americana agli US Open è davvero dura, c’è sempre una pressione così grande in questo stadio. È orgogliosa di se stessa, e tutta la squadra è davvero orgogliosa di lei”.
Finire l’anno da n.1 non è impossibile, ma per il coach gli obiettivi sono in realtà altri: “L’obiettivo è innanzitutto essere in forma e in salute, perché ci vorrà un po’ di tempo per riprendersi. L’obiettivo principale per noi questa stagione è concludere in bellezza. In questo momento, direi che possiamo parlare del primo posto, è certamente una cosa possibile e obiettivo davvero fantastico. Ma come ho detto, la corsa vincente a New York ha richiesto così tanta energia ed emozioni che dobbiamo vedere cosa ne sarà delle prossime settimane. Prima di tutto dobbiamo anche imparare come possiamo recuperare il più velocemente possibile e stabilire quegli obiettivi”.
Obiettivo di medio periodo migliorare ancora: “Dove migliorare? Può ancora migliore in tutto! A partire dal movimento sul campo, anche nella parte mentale ci sono cose che può migliorare. E la parte tecnica, dove non ci si ferma mai, c’è sempre spazio per migliorare. E come puoi vedere da tutti i campioni, dalle loro carriere, dal modo in cui erano sempre al top, se guardi come erano a 18 anni e come erano a 35, sono come due persone completamente diverse, quindi c’è sempre qualcosa da migliorare” conclude Dubrov.
Marco Mazzoni