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Bagnaia, perché anche da fermo è il numero 1

Troppo facile dire che Bagnaia ha già vinto un Mondiale. Troppo facile, pure banale, indubbiamente retorico, ma è la sola cosa da dire. Ci sono momenti e situazioni in cui bisogna chiarire nel modo più fermo e più netto la scala di valori della propria vita. Pecco non la fa tanto filosofica, però non lascia un solo millimetro al calcolo, all’interesse, alla convenienza. Mentre ancora i cervelloni stavano decidendo se correre o no a Valencia il 17, ultimo e decisivo Gp della stagione, lui aveva già mandato la sua disdetta: fate come volete, io lì non ci sarò. «Spero veramente si rendano conto che a livello etico correre là non è la cosa corretta. Anche a costo di perdere il Mondiale, non sono disposto a scendere in pista». E fine dei sofismi, delle sottigliezze, delle sfumature, dei ma-se-però.

Quando lo sport si giustifica di fronte alle tragedie

L’abbiamo verificato mille volte, a chiacchiere si può giustificare di tutto. Anche davanti alle tragedie più cupe, noi uomini siamo sempre riusciti a costruire sublimi giustificazioni per tirare dritto, per passare sopra, per uscirne comunque con la bella faccia. Breve prontuario delle vie d’uscita: è il nostro modo di rendere omaggio, loro avrebbero voluto così, facendo la nostra corsa o la nostra partita cerchiamo di regalare un po’ di evasione in questi momenti così difficili. Se proprio non ce ne viene una migliore, torna sempre buono a pappagallo “The show must go on”, qualunque cosa voglia dire. È sempre forte la tentazione di considerare un cataclisma, ma diciamolo pure, la morte, qualcosa che debba comunque stare fuori e lontano dallo spettacolo. Meglio, dal business dello spettacolo. L’ideale nello sport è un bel minuto di raccoglimento, subito, prima di cominciare, così ce lo leviamo dai piedi, coscienza sciacquata a favore di telecamera, telecronista con voce di circostanza, poi via andare. Cosa pretende, questa maledetta vita là fuori, qui siamo in un altro mondo, siamo su un’isola distante, ci sono troppi interessi in gioco, c’è gente che ci lavora e ci perde dei soldi, non possiamo mandare tutto a monte. Fino alla madre di tutte le giustificazioni: ogni minuto, ovunque, qualcuno muore, se ci dovessimo fermare tutte le volte…

Motogp a Valencia, il ‘no’ di Bagnaia contro l’ipocrisia 

Niente, stavolta la corale ipocrita non convince Bagnaia. Ci sono mille ragioni in gioco, ma per lui ne vale una sola: non è il caso di correre in faccia agli alluvionati. Decide la sua sensibilità, quella che si è spinto a chiamare etica. Ciascuno ne ha una, gigantesca o tascabile, micro o macro. La sua è questa, non se la sente e fine. Rifiutarsi di fare show a Valencia non è soltanto un gesto simbolico, è un gesto molto costoso perchè può costare un Mondiale, ma ci sono sentimenti che non hanno prezzo. Bagnaia vince. Il signore dell’alta velocità stavolta va fortissimo da fermo.

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