Spissu, lei quest’anno è tornato all’estero, in Spagna e a Saragozza. I risultati sono positivi.
“Sta andando bene, il livello è molto alto. Dobbiamo cercare di trovare la continuità casalinga anche in trasferta. Siamo a 4 vinte-4 perse avendo affrontato già Real Madrid, Baskonia e Valencia. In Liga Acb ci sono più squadre, più partite, il livello è molto alto. Speriamo di continuare così. A nove vinte secondo me c’è la qualificazione alla Coppa di Spagna, sarebbe un grosso traguardo”.
Differenze tra Serie A e Acb.
“Il livello è più alto, il gioco molto più veloce e di devi adeguare subito. Poi non ci sono giocatori in campo 30’-25’ dunque devi abituarti a incidere subito”.
In compenso sembra che gli spagnoli ormai giochino poco.
“Loro stanno attraversando un cambio generazionale, avendo perso tutti i campioni. Fra poco anche Llull lascerà. Loro dicono che non vedono grandi talenti, ma secondo me ci sono i giovani, bisogna crederci e dare la possibilità di sbagliare, dando la possibilità di sbagliare. Vero che ci sono meno Usa da regolamento, ma ne stanno naturalizzando davvero tanti, dunque…”.
Ci parli della sua scelta.
“La rifarei subito e sono contento. Era il mio desiderio giocare in Spagna, misurarmi con un altro tipo di livello e stile di gioco. A 29 anni scelta c’è sempre tempo per tornare, però penso di avere preso il momento giusto”.
Veniamo alla Nazionale con 3 debuttanti e tanti assenti.
“Ci sono tante facce nuove, tanti giovani che vogliono fare bene. Qualcuno ha già giocato. Conosco ambiente e clima. Cercheremo di portare a casa la partita di qualificazione, aspettando che arrivino i giocatori di Milano e Virtus impegnati in Eurolega”.
Spissu capitano e leader.
“Ormai sono diventato vecchio (ride, ndr). La prima da capitano è un’emozione particolare per me. Mi riempie di orgoglio, anche se è solo una partita, da traghettatore. Da piccolo non l’avrei immaginato. Ci credi, è il tuo sogno, ma arrivare a quasi 60 partite, diventare capitano… Comunque sono ancora nel mezzo della carriera e cerco di darci più che posso. Ma è non paragonatemi a Gigi Datome per la Sardegna. Lui è stato un pilastro, un simbolo. E oggi è fondamentale, fa da intermediario tra campo, giocatori e staff. Una grande persona e super utile nel suo ruolo”».
La Serie A vista dalla Spagna?
“Mi sembra che il livello si sia alzato. Le due neopromosse non sono tali. Trapani ha costruito un organico di altissimo livello”.
Proiettiamoci verso Europeo.
“Sarebbe importante arrivarci con tutti i giocatori disponibili e sani. Questa è la prima cosa, poi dovremo giocare di squadra come sempre, aspetto che invece ci è un po’ mancato al Preolimpico, ma non per stanchezza. Poi ci è mancato Simone (Fontecchio, ndr), il nostro faro. E non abbiamo avuto tanto tempo per prepararci, giocando a stagione appena finita”.
Dove si vede fra 10 anni?
“Fino a che il corpo regge, sempre in campo. Ma fra dieci anni la vedo dura. Allora in un posto bello, con la mia famiglia i figli e in salute. Vorrei restare nel basket, ma non ci ho ancora pensato”.
Saragozza è in Fiba Europe Cup come Sassari: può ritrovarla da avversario, stavolta in Europa.
“In teoria se passiamo questo girone, incrociamo quello della Dinamo. È la squadra che non voglio mai affrontare, ma è già capitato in campionato. E se succede darò tutto come sempre”.